I 3 principali viaggi di gruppo da fare nel 2025 in Asia
Immaginare l’Asia è come socchiudere gli occhi e sentire un profumo di incenso che aleggia in templi antichi, mentre il sole cala su città avvolte da un’aura di mistero. La luce dorata sfiora tetti ricurvi e foglie di bambù, e un vento leggero sembra portare con sé antiche canzoni di samurai, imperatori e spiriti protettori. Il 2025 offre una stagione di viaggi in cui l’Oriente si schiude come un libro prezioso. Dalle metropoli del Giappone, dove il neon incontra il silenzio dei giardini zen, alla Cina millenaria, crocevia di imperi e invenzioni, fino ai paesaggi vibranti di Vietnam e Cambogia, terre di sapori speziati e templi nascosti tra foreste rigogliose. In questi luoghi, il tempo sembra sospeso e la storia emerge in ogni gesto quotidiano, regalando al viaggiatore la sensazione di entrare in un sogno a occhi aperti, dove passato e presente danzano insieme.
1. I tesori del Giappone
Storia e storie
Il Giappone possiede un’anima duplice, affascinante fusione di tradizioni millenarie e avanguardia tecnologica. Le sue radici affondano in epoche lontane, quando il potere era diviso tra clan e shōgun, e la katana scintillante dei samurai imponeva regole d’onore e fedeltà. Le leggende popolari raccontano di kami benevoli che abitano le foreste di cedri e proteggono i villaggi dal vento impetuoso, mentre il Buddhismo e lo Shintoismo convivono in una danza spirituale che unisce templi e santuari sparsi tra montagne silenziose.
Tokyo, un tempo piccolo villaggio di pescatori chiamato Edo, divenne la culla del potere shōgunale nel XVII secolo. La città ha continuato a evolversi, fiorendo in un mosaico di quartieri futuristici e angoli antichi, dove le lanterne di carta rischiarano locali tradizionali. Hiroshima, invece, conserva ancora un respiro antico nonostante la ferita del passato, mentre Kyoto parla con la voce della corte imperiale che per secoli ne plasmò i rituali e la bellezza, celebrando feste elaborate e raffinate cerimonie del tè. Da Kanazawa a Nara, ogni tappa è un piccolo viaggio nel tempo, tra giardini scolpiti con cura e santuari in cui il silenzio mistico invita alla meditazione.
Principali attrazioni
Tokyo: Connubio di passato e futuro
In Tokyo, la luce dei maxi-schermi si alterna al bagliore lieve dei templi nascosti. Avvicinandosi a Shibuya Crossing, si ha l’impressione di assistere a un caleidoscopio umano, dove migliaia di persone attraversano l’incrocio come un unico respiro sincronizzato. Le insegne al neon e i suoni delle pubblicità avvolgono l’aria, trasformando la notte in giorno. Eppure, basta spostarsi di qualche fermata di metropolitana per trovare Asakusa, un quartiere custode di un tempo sospeso, dove il Senso-ji, il più antico tempio buddista della città, sorge oltre l’iconica lanterna del Kaminarimon.
Qui, il profumo dell’incenso si mescola a quello di piccoli dolci ripieni di fagioli rossi, venduti nelle botteghe allineate lungo la via principale. I monaci recitano mantra in spazi che sembrano lontani anni luce dal traffico circostante. Nei pressi del tempio, è affascinante ascoltare il suono ovattato dei tamburi rituali, mentre i visitatori purificano le mani nelle fontane di pietra. Nel frattempo, i grattacieli di Shinjuku e i negozi avanguardistici di Ginza testimoniano la continua metamorfosi della città, dove la tradizione convive con l’ultra-moderno. Visitarla significa abbracciare contrasti forti: dalla quiete di un giardino zen alle vedute panoramiche dalla sommità della Tokyo Skytree, dove l’alba colora di rosa l’orizzonte metropolitano. Il consiglio è dedicare almeno tre giorni alla capitale, acquistando il pass della metropolitana per spostarsi in autonomia. Il mattino presto, con il cielo terso, può rivelare un Fuji-san in lontananza, come un amichevole guardiano che veglia sulla città.
Kanazawa: Il fascino dei giardini e delle arti
Kanazawa è adagiata tra montagne verdi e il Mare del Giappone, offrendo un ritmo contemplativo che contrasta con l’incessante vitalità di Tokyo. Passeggiando nel quartiere di Higashi Chaya, si incontrano case di legno che ospitavano le geishe, e sembra quasi di udire ancora il suono dello shamisen provenire dall’interno, come un canto lontano. Le facciate dorate, ricoperte di sottili lamine, brillano alla luce del sole, mentre il profumo del tè matcha si diffonde dalle sale dove si tengono cerimonie millenarie.
Il cuore di Kanazawa è il giardino Kenroku-en, considerato uno dei più belli del paese. Il sentiero si snoda tra laghetti, ponticelli in pietra e pini potati con arte, offrendo scorci capaci di destare meraviglia in ogni stagione. In primavera, i ciliegi dipingono l’atmosfera di un rosa sognante, mentre in autunno le foglie di acero tingono il paesaggio di rosso e arancio. Sullo sfondo, il Castello di Kanazawa incarna la storia del clan Maeda, che rese la città un centro d’arte e cultura tra i più raffinati del Giappone feudale. È emozionante pensare a come, in passato, i signori samurai passeggiassero tra queste mura, curando l’equilibrio estetico di ogni dettaglio.
Per la visita, è consigliabile arrivare di buon mattino, quando la nebbiolina si solleva sull’erba bagnata di rugiada, creando un’atmosfera quasi irreale. Trovare un angolo solitario e contemplare la disposizione perfetta di rocce e muschi diventa una forma di meditazione. L’arte della foglia d’oro, simbolo di Kanazawa, si manifesta in molti negozi artigianali, permettendo di portare a casa un frammento di eleganza immortale.
Kyoto e Nara: Culle della Tradizione
Kyoto fu la capitale imperiale per oltre mille anni, e ogni pietra delle sue strade sembra raccontare storie di corte e di artisti visionari. Nel quartiere di Gion, è possibile scorgere geishe che camminano in silenzio, con il passo attutito dai sandali di legno. Il Kinkaku-ji, o Padiglione d’Oro, risplende tra gli specchi d’acqua di un giardino perfetto. Il mattino, con la luce che sfiora la superficie dorata, offre uno spettacolo quasi metafisico.
A poca distanza, il Fushimi Inari Taisha con i suoi innumerevoli torii vermigli invita a un percorso in salita che attraversa la foresta. Ogni torii reca i nomi di coloro che hanno fatto donazioni al tempio, creando un tunnel sacro dove la natura, misteriosa e protettiva, accompagna il visitatore. Kyoto rivela poi un volto più intimo nei vicoli di Ponto-chō, dove le lanterne si specchiano sul fiume Kamo, e le piccole izakaya accolgono con piatti di stagione e sake profumato.
Nara, a breve distanza, fu la prima capitale fissa del Giappone nell’VIII secolo. I cervi sacri, considerati messaggeri divini, passeggiano indisturbati nel parco, avvicinandosi ai turisti in cerca di cibo. Il Todai-ji custodisce un grande Buddha in bronzo, statua che sembra emanare una presenza rassicurante e potente. Durante la visita, conviene prendere tempo per osservare i dettagli delle colonne lignee, sentendo l’odore della resina e l’eco di un passato in cui l’intero Giappone guardava a Nara come simbolo di spiritualità e sapere.
Hiroshima e Miyajima: Rinascita e Spiritualità
Hiroshima è un luogo che insegna quanto l’uomo possa rinascere dalle proprie ceneri. Il Parco della Pace, con il cenotafio e la Cupola della Bomba Atomica, è un pellegrinaggio di silenzio e di riflessione. Camminare lungo i viali alberati significa percepire il respiro antico di una città che ha scelto di trasformare la tragedia in un simbolo di speranza e disarmo. Nei pressi del Museo della Pace, il vento sembra portare ricordi e preghiere, e le gru di origami appese come segni di buon auspicio brillano di colori vivaci.
A breve distanza, l’isola di Miyajima accoglie con il suo iconico torii galleggiante, che appare e scompare a seconda della marea. Al tramonto, la luce che dipinge il portale di un rosso acceso si riflette sulle acque, creando un quadro di serenità indescrivibile. Nel centro dell’isola, il Santuario di Itsukushima conserva architetture che dialogano con la natura circostante, rendendo l’intero complesso un unico organismo vivente. Le strade interne, punteggiate di negozietti e case tradizionali, invitano all’assaggio di ostriche fresche e momiji manju, dolcetti a forma di foglia d’acero.
Trascorrere una notte a Miyajima è un’occasione rara per sentire il silenzio che scende su questi luoghi sacri dopo il tramonto. Le lanterne illuminano i percorsi con bagliori delicati, e il suono lontano degli strumenti tradizionali crea una colonna sonora intima. La marea, sempre in movimento, culla l’idea stessa di impermanenza, mentre il visitatore scopre un Giappone in cui la modernità non ha cancellato la profonda devozione per l’armonia tra uomo e natura.
Quali esperienze da non perdere
Cerimonia del tè a Kyoto
Partecipare a una cerimonia del tè a Kyoto è come bussare alle porte di un mondo segreto. Entrando nella stanza del tatami, il tempo sembra rallentare in un silenzio che parla di equilibri sottili. L’ospite, in abiti tradizionali, spiega i gesti lenti e calibrati, dal riscaldare l’acqua nel bollitore di ferro al miscelare il matcha con la frusta di bambù. Il profumo leggermente terroso del tè avvolge l’ambiente, mentre la ciotola in ceramica passa di mano in mano con la grazia di un rito sacro.
In questo momento di raccoglimento, i pensieri si fanno più chiari e la mente si svuota di ogni rumore superfluo. Le pareti minimaliste, spesso adornate con un singolo fiore o un piccolo rotolo di calligrafia, invitano a contemplare la bellezza essenziale delle cose. Una volta sorseggiato il tè, il sapore ricco e leggermente amaro rimane sul palato come un promemoria di semplicità. Osservando le mani mentre ripongono la ciotola, si percepisce quanto valore abbiano i gesti quotidiani, quando eseguiti con consapevolezza.
Al termine, una lieve sensazione di pace pervade l’animo, quasi fosse un dono offerto dal suono delicato degli utensili in ceramica e dal calore umano di chi ha accolto il visitatore. Lasciare la stanza significa portare con sé un frammento di quella calma interiore, un ricordo che illuminerà i giorni frenetici con un bagliore di quiete.
Notte in un ryokan con onsen
Trascorrere una notte in un ryokan sulle colline che circondano Kyoto o nelle zone termali di Hakone è un’esperienza che tocca i sensi in modo profondo. Appena varcata la soglia, si viene accolti da tatami profumati, luci soffuse e un saluto gentile. Nella stanza, il futon sarà preparato la sera, secondo un rito meticoloso che considera ogni dettaglio. Prima di cena, la mente corre subito all’onsen, il bagno termale all’aperto o al chiuso, dove l’acqua calda sgorga naturalmente dalle viscere della terra.
Spogliarsi delle vesti significa abbandonare le preoccupazioni, mentre il vapore crea un velo che nasconde il mondo esterno. Il contatto con l’acqua sembra un abbraccio che scioglie tensioni e regala una sensazione di profonda serenità. Ci si sofferma ad ascoltare il gocciolio dell’acqua sulle pietre, i profili delle montagne in lontananza, il canto discreto di un uccello notturno. Tornando nella stanza, una cena tradizionale kaiseki attende su vassoi di legno, con piatti che paiono piccoli capolavori d’arte ispirati alle stagioni.
Dopo aver gustato i sapori delicati e contemplato l’armonia dei colori, il futon steso sul tatami invita a un riposo privo di pensieri. Il mattino successivo, aprendo le imposte, si avverte il richiamo di un Giappone d’altri tempi, dove il ritmo dei gesti quotidiani si allinea con il battito di una natura rispettata e venerata. È un dono che riconnette con il proprio centro interiore, lasciando un ricordo indelebile.
Passeggiata tra i torii di Fushimi Inari
Il santuario di Fushimi Inari, a sud di Kyoto, si svela attraverso migliaia di torii dipinti di un rosso acceso che formano un tunnel sacro lungo il pendio del monte Inari. L’ingresso invita a un cammino che, a prima vista, pare senza fine, come se la foresta e i portali si dessero la mano per proteggere i visitatori da ogni affanno. La luce filtra tra le aperture, creando giochi di chiaroscuri che danzano sui gradini, e ogni tanto il silenzio viene rotto dal suono di un campanello, scosso da un pellegrino che offre preghiere e desideri.
Soffermarsi a metà percorso consente di percepire l’atmosfera mistica che avvolge questo luogo. Le volpi in pietra, considerate messaggere di Inari, la divinità del riso e della prosperità, osservano con sguardo enigmatico, quasi a custodire un segreto. Ogni torii racconta una storia di donatori e di fedeli, un intreccio di credenze che attraversa i secoli e che vive tuttora nelle speranze di chi sale i sentieri.
Man mano che si avanza verso la sommità, il paesaggio si apre su Kyoto, disegnando profili di colline e tetti lontani. L’aria si fa più fresca, e il fruscio delle foglie tra i pini suggerisce una voce antica che invita alla contemplazione. La discesa, abbracciata da una luce più morbida, fa percepire un senso di rinascita, quasi come se l’anima stessa avesse bevuto da una sorgente di energia. Fushimi Inari è questo: un pellegrinaggio interiore attraverso un bosco che parla di devozione e sogni condivisi.
Itinerario consigliato
Partire da Tokyo e dedicare almeno tre giorni alla capitale. Proseguire verso Kanazawa per due notti, esplorando i giardini e i quartieri tradizionali. Raggiungere Kyoto e fermarsi quattro giorni, con escursioni a Nara e Fushimi Inari. Visitare Hiroshima e Miyajima per uno o due giorni, prima di concludere con un ultimo assaggio di Kyoto o con un passaggio ad Arashiyama, dove la foresta di bambù regala una pace profonda.
2. Gran Tour Cina 2025-26
Storia e storie
La Cina è un continente culturale, culla di dinastie che hanno plasmato l’Asia per oltre duemila anni. Le prime testimonianze di scrittura risalgono alla dinastia Shang, che incideva i propri segni sulle ossa oracolari. In seguito, l’Impero Qin unificò il Paese e gettò le basi per la Grande Muraglia, monumento ancora oggi simbolo di potere e ingegno. Pechino, capitale da secoli, ha visto sfilare imperatori e rivoluzioni, mantenendo intatte la sua immensa Città Proibita e le tradizioni culinarie che celebrano i sapori di un territorio sconfinato.
Xi’an, all’epoca chiamata Chang’an, fu il punto di partenza della Via della Seta, un tracciato che connetteva oriente e occidente non solo nei commerci, ma anche negli scambi di idee e religioni. La scoperta dell’Esercito di Terracotta, sepolto per oltre duemila anni, è la testimonianza di come le ambizioni imperiali potessero trascendere la vita stessa. Guilin, con il suo fiume Li incorniciato da pinnacoli calcarei, rappresenta la Cina più poetica, mentre Shanghai, moderna e cosmopolita, getta uno sguardo verso il futuro.
Principali attrazioni
Pechino: Tra Città Proibita e Hutong tradizionali
Pechino accoglie con la sua vastità e con un susseguirsi di contrasti, dove i moderni grattacieli del distretto finanziario sono solo la cornice di un’anima molto più antica. Entrando nella Città Proibita, si ha la sensazione di varcare una soglia temporale: gli ampi cortili, le sale decorate da colonne vermiglie e i dettagli in oro rimandano ai fasti di imperatori che regnavano su un regno considerato il centro del mondo. La pietra del pavimento sembra trasudare un silenzio mistico, e persino gli uccelli paiono volare con maggior cautela.
All’uscita, piazza Tienanmen si apre immensa, luogo di eventi storici e scenario di celebrazioni nazionali. Nascosti tra le vie secondarie, gli hutong svelano un volto più intimo di Pechino, dove si scoprono cortili interni e case tradizionali che resistono all’incalzante modernità. Qui, il profumo del pane al vapore si mescola a quello del tè verde, mentre gli abitanti locali giocano a mahjong o si fermano a chiacchierare con i vicini. Alcuni hutong conservano antiche porte in legno intagliato, dipinte di rosso e consumate dal tempo, quasi a voler raccontare la vita di famiglie che ne hanno attraversato le soglie per generazioni.
Per la visita, è consigliabile iniziare presto la giornata per evitare le folle, specialmente alla Città Proibita. Dedicate un pomeriggio a esplorare gli hutong in bicicletta o a piedi, fermandovi magari in una piccola sala da tè per assaporare la quiete di un mondo che va svanendo. Pechino sa stupire in ogni angolo, mostrando con orgoglio le cicatrici e i trionfi di un passato millenario.
Xi’an: L’Esercito di Terracotta e le Mura Imperiali
Xi’an, antica capitale di tredici dinastie, racchiude tesori che riflettono la grandezza di un’epoca in cui la Cina era un faro di cultura lungo la Via della Seta. Il sito archeologico dell’Esercito di Terracotta, scoperto casualmente da alcuni contadini nel 1974, suscita ancora oggi un senso di meraviglia. Entrando nei padiglioni che ospitano migliaia di statue a grandezza naturale, si percepisce l’ambizione dell’imperatore Qin Shi Huang, deciso a farsi accompagnare nell’aldilà da un esercito immortale. Ogni guerriero presenta tratti del volto differenti, quasi a incarnare singole identità di un mondo perduto.
Tornando in città, le antiche mura si estendono per oltre 13 chilometri, creando un perimetro che abbraccia le vie moderne e i palazzi contemporanei. Salire su queste mura all’ora del tramonto è un viaggio nella storia, quando gli ultimi raggi di sole tingono i mattoni di sfumature calde e dorate. Dall’alto si intravedono le vie brulicanti di persone, i profumi di spiedini speziati che risalgono dal quartiere musulmano e i richiami dei venditori che invitano a provare dolci di pasta di riso.
Una passeggiata o un giro in bicicletta lungo le mura consente di ammirare il contrasto tra le torri di guardia restaurate e le strade sottostanti, dove auto e risciò elettrici si muovono in un traffico continuo. Concedersi almeno due giorni per esplorare Xi’an significa entrare in contatto con una città che, pur proiettandosi nel futuro, non dimentica le radici profonde di un passato glorioso.
Guilin: Lo splendore del Fiume Li
Guilin è spesso descritta come un dipinto di inchiostro cinese che prende vita. Le colline carsiche emergono dalla pianura come guglie di un regno fiabesco, riflesse nelle acque tranquille del fiume Li. All’alba, una lieve foschia si adagia sulla superficie, e i pescatori locali, con i loro cormorani addestrati, scivolano sulle barche di bambù. Il suono dello sciabordio dell’acqua si mescola ai richiami degli uccelli, trasportando la mente in un tempo sospeso.
La crociera sul fiume Li è uno dei momenti più suggestivi per apprezzare il paesaggio. Ogni curva del fiume svela una nuova prospettiva su picchi dalle forme bizzarre, alcuni legati a leggende e storie popolari. Si racconta che antichi poeti trovassero qui l’ispirazione per versi dedicati all’immensità della natura. All’arrivo a Yangshuo, piccolo centro turistico incastonato tra le montagne, si respira un’aria rilassata: le strade si popolano di bancarelle, caffè e artisti di strada.
Da non perdere il tramonto sul fiume Yulong, un affluente del Li, dove si può noleggiare una zattera e navigare lentamente tra campi di riso e villaggi rurali. Il profumo delle piante di canna da zucchero e il canto dei grilli accompagnano questa esperienza di riconnessione con la natura. Guilin è poesia visiva e uditiva: le rocce sembrano custodire segreti antichi, i ponticelli in pietra ricordano la pazienza di un popolo che ha modellato l’ambiente senza mai tradirne l’essenza sacra.
Shanghai: Futuro e Tradizione lungo il Bund
Shanghai è la capitale economica della Cina e un simbolo del progresso asiatico. Passeggiare lungo il Bund significa trovarsi di fronte a un panorama che unisce i grattacieli ultramoderni di Pudong alle facciate coloniali di inizio Novecento. Quando il giorno si spegne, le luci dei palazzi e della futuristica Oriental Pearl Tower colorano la notte di riflessi cangianti, creando un’atmosfera quasi teatrale. Il fiume Huangpu diventa uno specchio per questi giganti di vetro, e le barche illuminate solcano l’acqua con lentezza.
Al centro di questa metropoli si apre la Città Vecchia, con i suoi vicoli brulicanti di vita, bancarelle di street food e pagode che emergono come ricordi di un passato che resiste. Entrare nei Giardini Yu significa varcare una porta che conduce in un’oasi di laghetti, ponticelli e torrette eleganti, dove il tempo rallenta nonostante il rumore costante delle strade vicine. L’aria sa di fiori di loto, e i pesci rossi guizzano tra le ninfee con grazia antica.
Al calar della sera, un momento da non perdere è l’aperitivo con vista su uno dei rooftop affacciati sul Bund, in modo da cogliere l’anima mutevole di Shanghai, divisa tra passato coloniale e ambizioni cosmiche. Camminando per le strade dell’ex Concessione Francese, i platani secolari ombreggiano ristoranti e boutique dallo stile occidentale, e si sente con forza come Shanghai sia un ponte tra mondi diversi. È consigliabile concedersi almeno tre giorni per esplorare questa città dalle mille sfaccettature, in cui ogni passo conduce a un nuovo sorprendente capitolo di storia.
Quali esperienze da non perdere
Grande Muraglia e tramonto a Mutianyu
Vivere la Grande Muraglia è un sogno che si materializza con ogni pietra calcata sotto i propri passi. Tra le varie sezioni, Mutianyu è meno affollata rispetto a Badaling e offre scorci di rara bellezza, incastonata tra vallate verdi che si trasformano in una tavolozza di colori in autunno. Percorrere i gradini a ridosso delle torri di guardia consente di percepire la fatica di chi, secoli prima, vigilava su questi avamposti contro le incursioni dei popoli nomadi.
La luce dorata del pomeriggio crea lunghe ombre che si estendono sulle mura serpeggianti, e sembra di scorgere l’eco dei tamburi e dei segnali di fumo che un tempo trasmettevano messaggi lungo centinaia di chilometri. Quando il sole inizia a calare, il cielo si tinge di rosa e arancio, avvolgendo l’intera struttura in un abbraccio solenne. Rimanere in silenzio, appoggiando le mani sul parapetto di pietra, regala la sensazione di potersi connettere con le generazioni che hanno solcato quei sentieri.
Al termine della visita, un piccolo villaggio ai piedi della muraglia accoglie con bancarelle di frutta secca e souvenir intagliati nel legno. È un momento perfetto per assaggiare i jianbing, le crêpe salate cinesi, e scambiare due parole con gli abitanti del luogo, che raccontano con orgoglio il legame profondo con questo monumento epico. Tornare in città la sera significa portare con sé il ricordo di una Cina che sa unire maestosità e intimità in un solo istante.
Spettacolo di cormorani a Yangshuo
La regione di Yangshuo, vicino a Guilin, è famosa non solo per i paesaggi incantati, ma anche per una forma di pesca tradizionale che vede i cormorani protagonisti. Quando la sera cala e il cielo si tinge di un colore viola intenso, i pescatori scendono lungo il fiume su strette imbarcazioni di bambù. Piccole lanterne creano cerchi di luce sull’acqua scura, e i cormorani, legati con un sottile anello al collo, si tuffano in cerca di pesci.
Il suono dei remi che lambiscono la superficie si fonde con i richiami dei pescatori, che guidano i loro compagni alati con cenni lievi. Non è solo uno spettacolo di abilità, ma una testimonianza di un rapporto antico tra uomo e animale, basato su collaborazione e rispetto. I cormorani tornano a galla con la preda e i pescatori la estraggono con delicatezza, lasciandoli poi liberi di immergersi nuovamente.
Osservare questo rituale dalla riva o da un’imbarcazione vicina è un’esperienza che tocca corde profonde. La luce fioca delle lanterne rivela i contorni dei monti circostanti, creando un panorama quasi irreale. Il profumo dell’erba bagnata e il ronzio dei grilli accompagnano la scena. Al termine, alcuni pescatori invitano i visitatori ad avvicinarsi e a conoscere i cormorani, docili e fieri. È come una piccola fiaba orientale che si compie ogni sera, incarnando la simbiosi armoniosa tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda.
Spettacolo acrobatico a Shanghai
Il volto moderno di Shanghai trova la sua massima espressione non solo nei grattacieli, ma anche negli spettacoli acrobatici che animano i teatri della città. Non si tratta di semplici performance, ma di coreografie che mescolano tradizione e contemporaneità, con atleti capaci di compiere evoluzioni che sfidano le leggi della gravità. Entrando in sala, il sipario chiuso fa immaginare meraviglie nascoste: il pubblico si sistema in poltrona, il brusio lentamente si attenua, e un gioco di luci introduce la prima scena.
Dalle piramidi umane formate su biciclette in movimento ai giocolieri che tengono in aria piatti e anelli luccicanti, ogni numero regala un crescendo di stupore. Il ritmo musicale avvolge la platea, e si percepisce l’allenamento quotidiano e la disciplina ferrea che si celano dietro ogni gesto. Alcuni artisti reinterpretano antiche danze con un tocco moderno, utilizzando costumi ricchi di dettagli luminosi, creando un contrasto tra la storia millenaria cinese e la frenesia dell’era digitale.
L’applauso che esplode al termine dell’ultimo numero è un coro di meraviglia e gratitudine, mentre la sorpresa nei volti degli spettatori dimostra come questa forma d’arte riesca a parlare a tutte le generazioni. Uscendo dal teatro, le luci di Shanghai sembrano imitare quei corpi in volo, pulsando in mille tonalità diverse. È un momento di pura magia che conferma la capacità della città di unire mondi lontani: l’antica sapienza dell’equilibrio fisico e l’incessante ricerca di nuove frontiere artistiche.
Itinerario consigliato
Consigliabile dedicare almeno tre giorni a Pechino, visitando la Città Proibita e la Grande Muraglia. Proseguire per Xi’an con due notti, per ammirare l’Esercito di Terracotta e le mura. Spostarsi a Guilin per un paio di giorni, con crociera sul fiume Li e una sosta a Yangshuo. Concludere a Shanghai, dedicando tre giorni alla scoperta del Bund, della Città Vecchia e di un entusiasmante spettacolo acrobatico.
3. Tour Vietnam e Cambogia
Storia e storie
Il Sud-Est asiatico è un crocevia di popoli e culture che hanno dato vita a regni fiorenti e monumenti di grande fascino. Il Vietnam, con la sua lunga costa che abbraccia il Mar Cinese Meridionale, reca le tracce di antichi regni come quello dei Champa, oltre a raccontare un passato recente segnato dalla guerra e da una straordinaria ripresa economica e culturale. Hanoi, la capitale, riflette un carattere autentico, dove il suono delle campane delle biciclette si confonde con le melodie di un’arpa tradizionale.
La Cambogia, terra del maestoso impero Khmer, conserva nel sito di Angkor un tesoro archeologico tra i più spettacolari del pianeta. I templi emergono tra radici di giganteschi alberi secolari, quasi a testimoniare un patto tra l’uomo e la natura. Il popolo cambogiano, resiliente dopo i tragici eventi del ventesimo secolo, accoglie i visitatori con sorrisi genuini e con una cucina che unisce sapori dolci e piccanti. Viaggiare in Vietnam e Cambogia significa vivere un’esperienza umana intensa, dove la gentilezza degli abitanti e la bellezza dei paesaggi si fondono in un tutt’uno capace di toccare il cuore.
Principali attrazioni
Hanoi e la Baia di Halong
Hanoi è uno scrigno di tradizioni e modernità, un luogo in cui il tempo scorre in modo diverso. Il Quartiere Vecchio, con le sue stradine affollate e i negozi di artigianato, pullula di venditori ambulanti che offrono pho fumante e involtini croccanti. Il lago Hoan Kiem, posto nel cuore della città, riflette i templi vicini come in uno specchio d’acqua immobile, soprattutto nelle prime ore dell’alba, quando gli abitanti si ritrovano per praticare il tai chi.
Procedendo tra strade costeggiate da palazzi coloniali francesi, si giunge al Mausoleo di Ho Chi Minh, dove il rigore e il silenzio invitano a un omaggio rispettoso alla figura del padre dell’indipendenza vietnamita. Poco distante, il Tempio della Letteratura, antica università confuciana, conserva cortili silenziosi e stele su carapaci di tartaruga, simbolo di saggezza e longevità.
A poche ore di auto dalla capitale si apre uno degli spettacoli naturali più celebri dell’Asia: la Baia di Halong. Centinaia di isolotti carsici si ergono dalle acque color smeraldo, creando un paesaggio surreale. Una crociera di una o due notti permette di esplorare grotte magnifiche, come la Sung Sot (Grotta della Sorpresa), e di sostare su spiagge appartate. La sera, ancorati in una baia tranquilla, ci si lascia cullare dal movimento leggero della barca, mentre il cielo si riempie di stelle. Ascoltando solo il lieve sciabordio dell’acqua, si avverte un senso di pace profondo, come se la natura avesse scelto questo angolo di mondo per mostrare la sua poesia.
Hue e Hoi An: l’Anima Storica del Vietnam
La città di Hue, attraversata dal Fiume dei Profumi, fu l’antica capitale imperiale della dinastia Nguyen. Entrando nella Cittadella, protetta da spesse mura e circondata da un fossato, si scoprono palazzi e templi che richiamano l’eleganza degli imperatori. Le sale del Palazzo Thai Hoa, con le loro colonne dipinte di rosso e oro, emanano un’aura regale, mentre i suoni ovattati dei passi lungo i corridoi invitano a immaginare la vita di corte. Lontano dal centro, le Tombe Imperiali spuntano tra colline e corsi d’acqua, luoghi pensati per garantire un viaggio sereno nell’aldilà.
Scendendo verso sud si raggiunge Hoi An, antica città portuale che conserva un fascino inalterato da secoli. Al tramonto, il centro storico si illumina di lanterne multicolori che fluttuano sul fiume Thu Bon, creando uno spettacolo fiabesco. I negozi e le case in stile cinese, giapponese e vietnamita raccontano di un passato in cui mercanti di tutto il mondo approdavano su queste rive per scambiare sete, spezie e ceramiche. Passeggiando tra strade selciate, si respira un’armonia che unisce diversi periodi storici, e basta fermarsi in un piccolo caffè per assaporare un tipico caffè vietnamita, denso e avvolgente.
Una sosta a Hoi An offre la possibilità di imparare a cucinare piatti locali, come il Cao Lau o i White Rose, in una lezione culinaria organizzata in case tradizionali. La mattina, il mercato centrale vibra di energia e colori: verdure fresche, erbe aromatiche, pesci ancora guizzanti. È la dimensione genuina di un Vietnam che vive al ritmo scandito dalla natura e dai sorrisi dei suoi abitanti.
Angkor e i Templi di Siem Reap
Il complesso di Angkor, in Cambogia, è un luogo di spiritualità e meraviglia. All’alba, la silhouette di Angkor Wat si staglia contro il cielo, e la luce rossastra risveglia bassorilievi e guglie che paiono sospese tra terra e cielo. Camminando sui ponti d’ingresso, sorvegliati da sculture a forma di serpenti naga, si ha la sensazione di entrare in un regno leggendario, dove il tempo si è fermato.
Il tempio di Bayon, con le sue enigmatiche facciate scolpite in pietra, sembra restituire sorrisi serafici a chiunque ne incroci lo sguardo. Ogni torre presenta quattro visi, rivolti ai punti cardinali, a simboleggiare l’onnipresenza del sovrano Jayavarman VII, committente dell’opera. Il Ta Prohm, invece, è stato parzialmente inglobato da radici maestose che avvolgono i blocchi di pietra, creando un connubio potente tra architettura e natura.
Siem Reap, la città che funge da base per la visita ad Angkor, offre momenti di relax dopo le lunghe esplorazioni tra i templi. Le strade sono punteggiate di ristoranti che propongono piatti tipici khmer, come l’amok di pesce avvolto in foglie di banana, o cocktail rinfrescanti di frutta tropicale. La sera, la vivace Pub Street si accende di musiche e colori, ma basta deviare di poco per trovare luoghi più tranquilli dove acquistare tessuti e oggetti artigianali fatti a mano. Angkor è un viaggio nello spirito di un popolo che, nonostante le prove della storia, riesce ancora a donare bellezza al mondo.
Il Lago Tonle Sap e i villaggi galleggianti
Pochi chilometri a sud di Siem Reap si estende il Lago Tonle Sap, un ecosistema unico che muta profondamente tra stagione secca e stagione delle piogge. I villaggi galleggianti, costruiti su palafitte o barche, si adattano a questa trasformazione annuale, spostandosi a seconda del livello dell’acqua. Avvicinandosi in barca, si scorge la quotidianità degli abitanti: bambini che giocano sui pontili, donne che cucinano all’aperto, pescatori che svuotano le reti piene di pesci d’acqua dolce.
Il lago è considerato il “cuore” della Cambogia, perché fornisce nutrimento e risorse fondamentali a gran parte del Paese. I mercati galleggianti, con frutta, spezie e pesci appena pescati, colorano la superficie del Tonle Sap di mille sfumature e profumi. È un luogo in cui la natura detta legge e in cui le persone hanno imparato a convivere con fluttuazioni anche estreme, sviluppando una cultura basata sulla solidarietà e l’adattamento costante.
All’alba, le acque calme riflettono il cielo con una trasparenza sorprendente, mentre le barche si muovono silenziosamente per evitare di disturbare la quiete. Respirare l’aria intrisa di umidità e avvertire il ronzio degli insetti dona un senso di appartenenza a un ciclo che va avanti da secoli. Dopo un viaggio tra i templi monumentali di Angkor, scoprire questa vita sull’acqua significa completare il quadro di una Cambogia antica e moderna, capace di raccontare storie di resilienza e bellezza in ogni sua sfumatura.
Quali esperienze da non perdere
Lezione di cucina vietnamita a Hoi An
Imparare a cucinare piatti vietnamiti a Hoi An è come aprire un forziere che custodisce tesori gastronomici. La lezione inizia spesso al mercato locale, dove tra bancarelle stipate di verdure, pesce e spezie, il cuoco-insegnante mostra come riconoscere la migliore qualità degli ingredienti. Il profumo del lemongrass fresco e del coriandolo inebria l’aria, mentre i venditori scherzano con i turisti e offrono piccoli assaggi di frutta dolcissima.
Una volta acquistato tutto il necessario, ci si sposta in una tipica casa vietnamita o in un ristorantino a conduzione famigliare. Qui, l’atmosfera diventa intima e raccolta: si sminuzzano carote, cipolle e peperoncini, si mescolano salse di pesce e di soia, e si preparano intingoli profumati. Il suono dei coltelli sul tagliere accompagna la chiacchiera vivace di chi ama condividere i segreti del gusto locale.
Quando finalmente i piatti prendono forma, come i famosi Bánh xèo (crespelle di riso) o gli involtini di riso con gamberi, ci si stupisce di quanto basti la cura dei dettagli per trasformare ingredienti semplici in un capolavoro. Ogni morso è un’esplosione di sapori, in cui si mescolano dolce, salato e piccante. La condivisione del pasto conclusivo attorno a un tavolo crea un clima di festa, in cui si brinda con un bicchiere di tè al gelsomino o un calice di birra locale. È un ricordo che rimane, un assaggio della generosità vietnamita che si manifesta anche tra pentole e fornelli.
Giornata in bicicletta tra i villaggi del Mekong
Il Delta del Mekong, nel sud del Vietnam, è un intricato labirinto di canali, campi di riso e frutteti rigogliosi. Esplorarlo in bicicletta significa abbandonare le vie più battute e immergersi nel ritmo lento della vita rurale. Pedalando su strade sterrate, si attraversano ponticelli in legno che superano ruscelli e si incontrano contadini che raccolgono frutta esotica, come manghi e jackfruit, da alberi ricchi di fogliame.
Ad ogni curva, si apre uno scorcio differente: un piccolo tempio buddista avvolto tra le palme, una casa su palafitte dipinta con colori vivaci, un gruppo di bambini che gioca sulla riva di un canale. Il suono delle biciclette che sfiorano il terreno si fonde con il cinguettio degli uccelli, mentre un leggero odore di terra bagnata e foglie in fermentazione accompagna il tragitto.
Spesso si fa tappa presso famiglie locali, che accolgono i visitatori con un sorriso e offrono un bicchiere di succo di cocco fresco. Parlare con loro, magari grazie all’aiuto di una guida, permette di comprendere come il fiume sia la linfa vitale per un’economia basata sull’agricoltura e la pesca. Nel tardo pomeriggio, quando il sole inizia a calare, il cielo si accende di arancioni intensi, riflessi sull’acqua. Tornare verso la città, con la bicicletta che scivola lentamente tra le ombre allungate, regala la sensazione di aver vissuto una giornata autentica, a contatto con la terra e con la gentilezza delle persone che la abitano.
Alba su Angkor Wat
Vivere l’alba ad Angkor Wat significa assistere a un rito quotidiano che, per quanto ripetuto da secoli, conserva un’intensità unica. Nelle prime ore del mattino, il cielo è ancora scuro, ma un leggero bagliore iniziale rivela la sagoma inconfondibile dei pinnacoli del tempio. Camminando lungo il viale d’ingresso, si avvertono i passi di altri viaggiatori in silenzio, quasi a voler rispettare l’atmosfera sacra del luogo.
Quando i primi raggi del sole emergono all’orizzonte, le pietre antiche si colorano di sfumature arancio e rosa. I riflessi nell’acqua del fossato disegnano un quadro che sembra dipinto dalla mano di un artista senza tempo. Le incisioni sui muri, che narrano storie mitologiche e gesta eroiche, assumono un rilievo particolare nella luce nascente, come se le figure prendessero vita.
In quei momenti, il vociare dei turisti è sommesso, e molti si fermano in raccoglimento, catturati dall’armonia che avvolge ogni cosa. È possibile avvicinarsi ai corridoi interni, dove bassorilievi e statue si susseguono in un labirinto di gallerie. Il suono lieve dei passi pare intrecciarsi con il canto degli uccelli che salutano il nuovo giorno. Prima che il sole si alzi completamente, il tempio sembra un regno appartato, fuori dal tempo, e percepire il suo respiro antico dona una commozione profonda. Quando infine la luce si fa più intensa, la vita riprende il suo corso e Angkor Wat torna a essere meta di curiosi e fedeli, ma l’incanto dell’alba rimane un dono che arricchisce l’anima.
Itinerario consigliato
Dedicate due o tre giorni a Hanoi, esplorando la città e raggiungendo la Baia di Halong per una crociera di una notte. Spostatevi poi verso Hue e Hoi An, restando almeno quattro giorni tra le città storiche. Volate a Siem Reap per dedicarvi ad Angkor e al Lago Tonle Sap, fermandovi tre giorni. Se il tempo lo consente, aggiungete un’estensione nel Delta del Mekong, per immergervi nelle atmosfere uniche dei villaggi fluviali.
Consigli di viaggio, principali informazioni utili
Organizzare un viaggio in Asia richiede attenzione alla stagionalità, poiché il clima può variare notevolmente da un’area all’altra. In Giappone, la primavera e l’autunno offrono temperature miti e spettacoli naturali come la fioritura dei ciliegi o il foliage rosso degli aceri. In Cina, l’autunno è spesso il periodo più gradevole, con cieli limpidi e temperature confortevoli, mentre in Vietnam e Cambogia occorre valutare il periodo dei monsoni, che varia a seconda delle regioni.
I trasporti interni includono treni ad alta velocità, voli domestici e, soprattutto in Vietnam e Cambogia, spostamenti in autobus o in barca lungo i fiumi. Verificate sempre la necessità di visti d’ingresso e documenti aggiornati: alcuni Paesi richiedono il passaporto con validità residua di almeno sei mesi. È utile avere con sé contanti in valuta locale, pur essendo ormai molto diffuso l’uso di carte di credito nei principali centri urbani.
La scelta dell’alloggio spazia da hotel internazionali a sistemazioni più tradizionali, come i ryokan in Giappone o le guesthouse lungo il Mekong. L’assicurazione sanitaria è vivamente raccomandata, dato che i costi medici possono risultare elevati. Portate un abbigliamento comodo, senza dimenticare un indumento leggero per coprirvi in templi o luoghi sacri. Preparatevi a togliere le scarpe in molte occasioni, poiché in Asia l’ospitalità si esprime anche attraverso il rispetto delle regole di convivenza locale.
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Scegliere l’Asia come destinazione nel 2025 significa aprirsi a una pluralità di mondi che convivono sotto lo stesso cielo, un intreccio di culture, storie e paesaggi capaci di lasciare un segno profondo nell’animo. Che si tratti della sacralità discreta di un santuario giapponese immerso in un bosco di cedri, o dello sfarzo della Città Proibita a Pechino, o ancora della vitalità di una strada di Hoi An illuminata da lanterne, si ha sempre la sensazione di entrare in contatto con realtà in cui il tempo assume sfumature diverse.
Viaggiare in gruppo amplifica le emozioni, perché ogni scoperta diventa immediatamente occasione di condivisione e confronto. I sorrisi dei compagni di viaggio si mescolano ai sorrisi degli abitanti, e la fatica di un’escursione si trasforma in ricordo indimenticabile quando viene vissuta insieme. Un buon tour operator, serio e qualificato, è l’alleato fondamentale per cogliere il meglio di queste terre, poiché conosce le dinamiche locali e sa come gestire eventuali imprevisti. L’assistenza di professionisti del settore consente di viaggiare in serenità, liberi di lasciarsi stupire dalle meraviglie circostanti.
Dalla cura degli itinerari alla selezione delle esperienze più autentiche, l’attenzione di un operatore specializzato fa la differenza tra una semplice vacanza e un viaggio di trasformazione personale. In un contesto in cui le distanze culturali e linguistiche possono talvolta creare incertezze, affidarsi a un’organizzazione competente significa godere appieno di ogni momento, sentendosi accompagnati ma allo stesso tempo liberi di scoprire la meraviglia che l’Asia offre in ogni respiro.
Faq relative ai viaggi di gruppo 2025
- Come posso prepararmi fisicamente per questi itinerari? Alcuni tour prevedono camminate tra templi e sentieri collinari, oppure visite in luoghi affollati. Una condizione fisica discreta è sufficiente per la maggior parte dei programmi, ma è sempre consigliabile confrontarsi con il tour operator e, se necessario, con il medico prima di partire.
- È necessario conoscere la lingua locale? Non è indispensabile, soprattutto se si viaggia con un gruppo e una guida. Il personale turistico di solito parla inglese o la lingua del gruppo, e i cartelli principali sono spesso bilingui. Tuttavia, imparare qualche parola di cortesia è un gesto molto apprezzato dalle popolazioni locali.
- Come vengono gestiti i pasti e le esigenze alimentari? Di solito, il tour operator seleziona ristoranti affidabili che possano offrire varietà di piatti, anche per vegetariani o persone con intolleranze. È consigliabile segnalare le proprie esigenze in anticipo, in modo che il gruppo possa organizzarsi di conseguenza.
- Qual è il periodo migliore per partire? Dipende dalla destinazione. In generale, primavera e autunno sono ideali per Giappone e Cina, mentre per Vietnam e Cambogia occorre considerare la stagione dei monsoni, spesso concentrata tra maggio e ottobre. È sempre bene verificare le previsioni climatiche prima di prenotare.
- È possibile avere momenti liberi durante il tour? La maggior parte dei viaggi di gruppo prevede giornate con visite organizzate, ma include tempo libero per chi desidera esplorare autonomamente. È importante concordare le tempistiche con la guida, così da non perdere gli spostamenti previsti.
- Come gestire gli eventuali problemi sanitari? È consigliato stipulare un’assicurazione di viaggio che copra le spese mediche. Il tour operator fornisce assistenza in caso di necessità, indicando cliniche o ospedali convenzionati. È opportuno portare con sé una piccola farmacia da viaggio con medicinali di base e farmaci personali.