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Che ne sarà del TURISMO dopo il Coronavirus

Vi ricordate quello spot di Alpitour che diceva: TURISTA FAI DA TE? No Alpitour …AHI AHI AHI! 

Un turista che si organizzava una vacanza con le sue forze andava incontro a problemi e disagi. E uno degli spot più indovinati di sempre ce lo ricordava ogni giorno in tv. (se non la ricordate guardatevela qui!)

Ma in questi anni la società è stata plasmata da internet e dai social e il mondo del turismo ha subito grandi cambiamenti. I produttori di servizi turistici hanno dovuto confrontarsi con il mondo dell’online che sempre di più ne ha condizionato l’offerta.

Il turismo dopo la pandemia

Settore Turismo… cioé?

Questo cambiamento ha messo in discussione la figura dell’agenzia di viaggi. Prima le agenzie erano le uniche realtà a offrire pacchetti turistici, combinando i vari servizi.

Ma stiamo parlando del secolo scorso.

Inoltre, il settore agenzie ha sempre pagato lo scotto di una “leggerezza” in ingresso, che ha permesso l’accesso alla professione di molti dilettanti che bene non ha fatto all’immagine del settore.

Agenti di viaggio dilettanti, fornitori di servizi col braccino corto, tolleranza verso situazioni nebbiose delle strutture di accoglienza “improvvisate”. E qualità sempre più discutibile. L’universo infinito di internet, inoltre, ha reso il turista sempre più consapevole di ciò che vuole e poco disposto a pagare un “mediatore” per qualcosa che può ottenere da solo.

Il turista degli anni ’20 chiede all’agente, al produttore di servizi un valore aggiunto che il “fai-da-te” non può dargli. Se non lo ottiene, non c’è “Ahi-Ahi-Ahi” che regga.

Ma prima della crisi si reggeva tutto sulla quantità del flusso turistico. Per ogni viaggiatore scaltro, c’era sempre il vecchietto che non sa prenotarsi il volo o il pigro da resort. E il discorso filava liscio.

il futuro del turismo dopo il covid-19

E venne il giorno

La pandemia di Covid-19 ha fatto solo uscire fuori la polvere che per troppo tempo era stata infilata sotto il tappeto.

La situazione è nera e anche nel settore, si chiede un sostegno alla politica. Ma tendere la mano non può prescindere dal mettersi in condizione di usare bene quegli aiuti e riflettere sul proprio settore. Chi siamo e dove andiamo?

Anche nelle richieste di sostegno agli organi di governo, invece, tutti gli “addetti” del Turismo hanno continuato a essere divisi e rissosi. Si sono presentati alla “questua” alla spicciolata. E addirittura, gestori di gruppi Facebook hanno preteso di essere visti come rappresentati di settore… ottenendo un improprio riconoscimento! Questo è tutto dire.

il futuro del turismo in Italia

E… se NON “andrà tutto bene”?

Il governo sarà costretto a fare delle scelte. Alcune potrebbero essere dolorose. Ora possiamo solo fare uno sforzo di immaginazione paventando possibili scenari. Il governo potrebbe decidere di:

1. Privilegiare la produzione rispetto all’intermediazione. Aiuti mirati a chi produce servizi e un “si salvi chi può” rispetto all’intermediazione.

2. Aiuti per tutti ma in un settore che sarà condannato a soffrire almeno fino a metà 2021. E qui vien da sé un pensiero: quante agenzie di viaggi hanno quella solidità economica da poter sostenere un anno di blocco.

3. E se l’ipotesi voucher venisse bocciata? Se la commissione europea imponesse i rimborsi? Sarebbe un bagno di sangue. Molti operatori e agenzie, al momento, non hanno la liquidità per saldare gli acconti versati. La tragedia si sposterebbe nei tribunali di tutta Italia.

Il settore turistico dopo la pandemia

Un settore TURISMO più forte

E se invece si iniziasse a parlare di un circuito esclusivo di agenzie di viaggio e tour operator? Non il solito network. Ma un vero percorso qualità.

Ci viene spontaneo pensare al cammino in questi anni di Quality Group, un operatore che ha saputo distinguersi per la sua ricerca della qualità. E se diventasse un modello per una nuova rinascita del settore? Un patto di corresponsabilità tra tour operator e agenzie di viaggio (selezionatissime).

Non sappiamo come andrà a finire, ma una cosa è certa, il turismo sta vivendo il suo tsunami e nulla sarà più come prima. Due sono le strade o “tutti contro il governo” perché pretendiamo che ci imbocchi, oppure “Su le maniche” e facciamoci valere.

Al di là di ogni retorica, dalla crisi si esce davvero tutti insieme.

Puntare sulla qualità sarà necessario. Non ci si può impigrire aspettando che tutto passi. Una crisi di questa entità falcia via chi fa questo mestiere solo per “sport” o chi è entrato nel Turismo per ripiego. Oggi servono professionisti che diano al settore la forza di rimettersi in piedi, facendo rete e tagliando fuori chi insulta il lavoro degli altri.

Investire, lavorare sodo, sfruttare gli eventuali aiuti del governo e puntare su ciò che aggiunge valore a una vacanza. Il Turismo è stato lo zoccolo duro dell’economia italiana e con uno sforzo tornerà a esserlo.

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