Catania, la città risorta dalle sue ceneri
I borghi siciliani, così diversi tra loro, sono tutti accomunati da una bellezza abbagliante e indomita. Catania, posizionata ai piedi dell’Etna e bagnata dal mar Ionio, non è da meno. La città, il cui simbolo è l’araba fenice, è stata più volte distrutta e ricostruita nel corso del tempo. Tuttavia, il suo fascino non è mai andato perso.
Vediamo nel dettaglio cosa visitare in questa metropoli, seconda per grandezza, dopo Palermo, in tutta la Sicilia e meta turistica apprezzata dai viaggiatori di tutto il mondo.
Cosa vedere a Catania: il centro storico Patrimonio dell’Umanità
È possibile visitare le opere artistiche maggiori di Catania semplicemente passeggiando a piedi nel centro storico: partendo da via Vittorio Emanuele II, infatti, si può visitare la chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata, che conserva al suo interno una statua raffigurante la Vergine Maria risalente al Settecento e le spoglie del cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet. A quest’ultimo è stato dedicato un monumento che si trova di fronte alla struttura: secondo la leggenda, è proprio grazie all’allora arcivescovo di Catania che la colata di lava provocata dal vulcano Etna si fermò durante l’eruzione del 1800.
Poco più sotto sulla stessa piazza che ospita la chiesa, si trova il museo civico Belliniano, ricavato dalla casa natale del musicista Vincenzo Bellini. Esso fa angolo con via dei Crociferi, famosissima strada di Catania costruita con architettura barocca. Camminando lungo la via, è possibile incontrare ben altre quattro chiese: la chiesa di San Francesco Borgia, la chiesa di San Benedetto, il collegio dei Gesuiti e la chiesa di San Giuliano. Basta guardarsi intorno per godere a pieno dei contrasti e delle forme dell’arte barocca. L’esempio calzante è dato da Villa Bellini con il suo antichissimo giardino, che si trova alla fine della strada.
Nei dintorni, precisamente in Piazza Federico di Svevia, troviamo anche il Castello Ursino, inizialmente concepito come fortezza difensiva. Tornando su via Vittorio Emanuele II, vi è Piazza Duomo. Proprio qui si erge la Cattedrale di Sant’Agata, la cui facciata è costruita interamente con marmo bianco di Carrara, e, lateralmente, sorge la chiesa della Badia di Sant’Agata. Vi consiglio di salire sulla sua terrazza, da cui avrete una veduta privilegiata su tutta la città. Sempre in zona, c’è anche il Palazzo degli Elefanti che ospita invece il municipio. Di fronte ad esso, sempre in marmo, c’è la Fontana dell’Amenano, chiamata dai catanesi fontana dell’acqua a linzolu, per la forma caratteristica che prende il getto scendendo verso la vasca. Il centro storico di Catania è considerato dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 2002. Per ulteriori informazioni potete rivolgervi al Bureau Turismo del Comune di Catania.
‘A Piscaria, il mercato del pesce di Catania
Proprio dalla Fontana dell’Amenano parte il mercato del pesce di Catania, chiamato dagli abitanti del luogo ‘A Piscaria. Gli odori pungenti e i colori sgargianti rendono questa meta quasi obbligatoria per chi si reca qui per la prima volta. Una parte di esso si trova al coperto e un’altra invece si disloca disordinatamente per le viuzze principali e secondarie. Oltre al pescato, rigorosamente di giornata, troverete anche carni, frutta e verdura, il tutto a km zero. Lasciatevi trasportare dall’istinto, fermatevi ad osservare, a toccare e ad assaggiare e non dimenticate di chiacchierare con i pescivendoli e i rivenditori, per acquisire ricette tradizionali e squarci della millenaria cultura siciliana.
Cosa e dove mangiare
Sant’Agata, patrona di Catania, non ha dato il nome solo alle opere architettoniche prima citate, ma ha ispirato anche l’arte culinaria. Tra i piatti preferiti dai catanesi, infatti, troviamo le Minne di Sant’Agata, dolci di pasta frolla ripieni di ricotta di pecora che, come è facilmente intuibile, ricordano i seni delle donne. I catanesi si sono ispirati alla cara Santa protettrice anche per le famose olivette, delle palline di pasta di mandorla colorate di verde. Possiamo assaggiare queste prelibatezze un po’ ovunque in giro per la città, ma vi consiglio la pasticceria I dolci di Nonna Vincenza, in via Vittorio Emanuele II. I dolci siciliani ormai famosi in tutto il mondo sono tantissimi: tra questi, vi sono le brioches col tuppo, ormai divenute un simbolo. Si tratta di dolciumi di pasta lievitata di forma rotonda che solitamente accompagnano la granita, anch’essa celebre e gustosissima. Se invece preferite le pietanze salate, sappiate che la pasta alla norma proviene proprio da qui. Vi consiglio quella de La nuova trattoria del Forestiero, dove troverete anche gli involtini di carne di cavallo, un altro saporito piatto tipico.
Dove alloggiare a Catania
Se non sapete dove dormire a Catania, vi consiglio di rimanere nella zona del centro storico, così da potervi spostare a piedi per tutta la durata del soggiorno. Su via Vittorio Emanuele II si trovano numerosi b&b e alberghi, molti dei quali convenzionati con i ristoranti e i bar del luogo . In alternativa, potreste optare per gli alloggi presenti sul lungomare di Ognina, lungo circa 2 km.
Come arrivare a Catania
La stazione centrale degli autobus e la stazione ferroviaria sono situate nel centro della città. Il bus arriva fino all’aeroporto: il nostro consiglio è infatti di prendere l’areo per arrivare a Catania, perché comodo ed economico. Se si vuole gironzolare anche nei dintorni, è preferibile viaggiare in auto. Catania è servita da un ottimo servizio di trasporti pubblici, presso questo sito potrete trovare tutte le informazioni utili.
Nelle vicinanze
Per le famiglie con bambini (ma anche per chiunque altro abbia voglia di un po’ di adrenalina) consiglio Etnaland, che si trova a Belpasso, in contrada Agnelleria. Il costo del biglietto è spesso soggetto a promozioni stagionali. Se si ha la possibilità di spostarsi, l’escursione sull’Etna è tra le cose da fare nella vita. Sono le molte realtà territoriali che propongono gite e viaggi organizzati in tal senso. Per chi preferisce il mare alla montagna, è imperdibile la spiaggia Lido Azzurro.
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