Alla scoperta di Nuoro e della sua provincia
Il cuore autentico della Sardegna
Il vento sussurra tra le querce secolari, portando con sé il profumo di mirto e rosmarino. Siamo nel cuore della Sardegna, nella provincia di Nuoro, una terra dove il tempo sembra aver rallentato il suo corso. Qui, tra montagne aspre e valli verdeggianti, si nasconde l’anima più autentica dell’isola, un luogo dove tradizioni millenarie si fondono con una natura selvaggia e incontaminata.
Il nostro viaggio ci porterà alla scoperta di una Sardegna lontana dagli stereotipi turistici, un territorio ricco di storia, cultura e paesaggi mozzafiato. Dai vicoli acciottolati di Nuoro alle vette del Gennargentu, dalle spiagge dorate del Golfo di Orosei ai misteriosi siti nuragici, ogni tappa del nostro percorso sarà un’immersione in un mondo antico e affascinante, dove ogni pietra racconta una storia e ogni incontro lascia un’impronta indelebile nell’anima del viaggiatore.
Preparatevi a un viaggio che risveglierà tutti i vostri sensi, in una terra che non si limita a essere visitata, ma si fa vivere intensamente.
Nuoro, la città dei poeti e degli artisti
Il nostro viaggio ha inizio a Nuoro, capoluogo di provincia e cuore pulsante della Barbagia. Arroccata su un altopiano a oltre 500 metri sul livello del mare, Nuoro si presenta come un balcone naturale che si affaccia sulle montagne circostanti. Le sue strade strette e tortuose, che si inerpicano verso il centro storico, raccontano secoli di storia e cultura.
Iniziamo la nostra esplorazione dal quartiere di Seuna, il nucleo più antico della città. Qui, tra case in pietra e piccole chiese, respiriamo l’atmosfera di un tempo passato. La casa natale di Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926, si erge come testimonianza del ricco patrimonio letterario della città. Visitando le stanze dove la scrittrice visse e lavorò, possiamo quasi sentire l’eco delle sue parole, che hanno saputo raccontare al mondo l’anima profonda della Sardegna.
Proseguiamo verso il Museo del Costume, un viaggio affascinante attraverso le tradizioni e l’artigianato sardo. Qui, abiti tradizionali, gioielli e maschere carnevalesche raccontano la ricchezza e la varietà della cultura popolare dell’isola. Ogni pezzo esposto è un capolavoro di artigianato, che testimonia la maestria e la creatività degli artisti locali.
Non lontano, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea (MAN) ci sorprende con la sua collezione di opere di artisti sardi e internazionali. L’edificio stesso, un ex tribunale sapientemente ristrutturato, è un esempio perfetto di come Nuoro sappia coniugare tradizione e modernità.
Al tramonto, ci dirigiamo verso il Monte Ortobene, il “monte sacro” dei nuoresi. Dalla cima, dominata dalla statua del Redentore, lo sguardo spazia sulla città e sulle montagne circostanti. È qui, di fronte a questo panorama mozzafiato, che comprendiamo perché Nuoro sia stata fonte di ispirazione per tanti poeti e scrittori.
La giornata si conclude in una delle trattorie del centro storico, dove assaporiamo i sapori autentici della cucina barbaricina. Un piatto di culurgiones, ravioli ripieni di patate e menta, accompagnato da un calice di Cannonau, ci fa sentire parte di questa terra generosa e accogliente.
Orgosolo e i murales, un museo a cielo aperto
Lasciamo Nuoro per dirigerci verso Orgosolo, piccolo centro nel cuore della Barbagia divenuto famoso in tutto il mondo per i suoi murales. Appena entriamo in paese, veniamo accolti da un tripudio di colori e immagini che raccontano la storia, le tradizioni e le lotte sociali di questa comunità fiera e orgogliosa.
I murales di Orgosolo non sono semplici decorazioni, ma vere e proprie opere d’arte che trasformano le facciate delle case in pagine di un libro a cielo aperto. Iniziati negli anni ’60 come forma di protesta e espressione politica, oggi i murales abbracciano una vasta gamma di temi, dalla vita quotidiana alle questioni globali.
Passeggiando per le vie del paese, ci fermiamo davanti a ogni murale, cercando di decifrarne il significato. Qui, un’anziana donna in costume tradizionale ci guarda con occhi saggi e profondi; là, un gruppo di pastori conduce il gregge verso i pascoli montani. Poco più avanti, un murale denuncia le ingiustizie sociali, mentre un altro celebra la bellezza della natura sarda.
La nostra guida, un orgolese doc, ci racconta aneddoti e storie legate a ogni dipinto, aiutandoci a comprendere non solo l’arte, ma anche l’anima di questo paese unico. Ci spiega come i murales siano diventati parte integrante dell’identità di Orgosolo, un modo per preservare la memoria collettiva e trasmettere valori e tradizioni alle nuove generazioni.
Dopo aver esplorato il centro storico, ci spingiamo verso la periferia, dove i murales più recenti affrontano temi contemporanei come l’immigrazione, l’ambiente e la globalizzazione. È sorprendente vedere come questa forma d’arte continui a evolversi, mantenendo sempre vivo il dialogo tra passato e presente.
La nostra visita a Orgosolo non sarebbe completa senza un’esperienza gastronomica autentica. Ci uniamo a un pranzo con i pastori, una tradizione che permette ai visitatori di immergersi completamente nella cultura locale. Sotto una tettoia di frasche, assaporiamo piatti della tradizione come il porceddu (maialetto arrosto), la pecora in cappotto e i formaggi locali, il tutto accompagnato dal robusto vino Cannonau. I pastori, con i loro canti a tenore (patrimonio immateriale dell’UNESCO), ci regalano un’esperienza indimenticabile, facendoci sentire parte di una comunità che, nonostante le sfide, mantiene vive le sue radici.
Lasciamo Orgosolo al tramonto, con gli occhi pieni di colori e il cuore ricco di emozioni, consapevoli di aver vissuto un’esperienza che va ben oltre il semplice turismo.
Il Supramonte, tra natura selvaggia e misteri nuragici
Il nostro viaggio prosegue verso il Supramonte, un massiccio calcareo che si estende tra le province di Nuoro e Ogliastra. Questo territorio aspro e selvaggio, con le sue gole profonde, le sue grotte misteriose e i suoi altopiani carsici, rappresenta uno degli ecosistemi più incontaminati d’Europa.
La nostra esplorazione inizia all’alba, quando le prime luci del giorno tingono di rosa le pareti rocciose. Accompagnati da una guida esperta, ci addentriamo nei sentieri che si snodano tra lecci secolari e ginepri contorti dal vento. Il silenzio è rotto solo dal canto degli uccelli e dal fruscio delle nostre scarpe sul terreno sassoso.
Dopo qualche ora di cammino, raggiungiamo la Gola di Gorropu, spesso definita come il canyon più profondo d’Europa. Le pareti verticali, che in alcuni punti superano i 500 metri di altezza, ci fanno sentire piccoli di fronte alla maestosità della natura. Scendiamo con cautela lungo il letto del torrente, ammirando le formazioni rocciose modellate dall’acqua nel corso di millenni.
La nostra guida ci conduce poi verso uno dei siti archeologici più affascinanti della zona: il villaggio nuragico di Tiscali. Nascosto in una dolina carsica, questo insediamento risalente all’età del bronzo è rimasto sconosciuto al mondo esterno per secoli. Camminando tra le rovine delle capanne circolari, cerchiamo di immaginare la vita quotidiana degli antichi abitanti di questo luogo, le loro credenze, i loro riti.
Nel pomeriggio, raggiungiamo la sorgente carsica di Su Gologone, una delle più importanti risorgive della Sardegna. L’acqua cristallina che sgorga dalla roccia crea un’oasi di pace e frescura. Qui, ci concediamo una pausa rigenerante, assaporando la tranquillità del luogo e riflettendo sulle meraviglie che abbiamo visto durante la giornata.
La sera, ci sistemiamo in un ovile trasformato in agriturismo, dove assaporiamo la cucina tradizionale del Supramonte. Il pane carasau, croccante e sottile, accompagna formaggi stagionati in grotta e salumi di produzione locale. Il proprietario, un ex pastore, ci racconta storie di banditi e di transumanze, dipingendo un quadro vivido della vita in queste montagne.
Quando cala la notte, usciamo per ammirare il cielo stellato. Lontani dall’inquinamento luminoso delle città, le stelle brillano con una intensità sorprendente. La Via Lattea si stende sopra di noi come un fiume di luce, ricordandoci quanto siamo piccoli nell’immensità dell’universo.
Il Golfo di Orosei, dove la montagna incontra il mare
Dopo giorni trascorsi tra montagne e borghi dell’interno, è tempo di scoprire la costa della provincia di Nuoro. Ci dirigiamo verso il Golfo di Orosei, dove le montagne del Supramonte si tuffano letteralmente nel Mar Tirreno, creando uno dei litorali più spettacolari del Mediterraneo.
La nostra esplorazione inizia a Cala Gonone, un tempo piccolo villaggio di pescatori, oggi punto di partenza ideale per scoprire le meraviglie del golfo. Qui noleggiamo un gommone per un’escursione lungo la costa. Mentre ci allontaniamo dal porto, lo sguardo si perde tra le alte falesie calcaree che si ergono dal mare, interrotte qua e là da calette di sabbia bianchissima.
La prima tappa è Cala Luna, una spiaggia che sembra uscita da un sogno. L’arenile di ciottoli bianchi è incorniciato da alte pareti rocciose e grotte naturali, mentre l’acqua cristallina invita a un bagno ristoratore. Qui, tra un tuffo e l’altro, osserviamo le capre selvatiche che, incuranti dei turisti, scendono dalle montagne per abbeverarsi alla foce del ruscello che sfocia in mare.
Proseguiamo la navigazione verso nord, fermandoci a esplorare le grotte marine che punteggiano la costa. La Grotta del Bue Marino, un tempo habitat della foca monaca, ci accoglie con le sue sale imponenti decorate da stalattiti e stalagmiti. Le guide ci raccontano di come queste grotte siano state utilizzate fin dalla preistoria, come testimoniano i graffiti rupestri ancora visibili sulle pareti.
Nel pomeriggio raggiungiamo Cala Sisine, dove decidiamo di sbarcare per un’escursione a terra. Un sentiero si inerpica tra la macchia mediterranea, offrendo panorami mozzafiato sul golfo. Dopo circa un’ora di cammino, raggiungiamo l’altopiano di Golgo, un mondo a parte dove il tempo sembra essersi fermato. Qui, pastori continuano a praticare l’allevamento come facevano i loro antenati millenni fa.
Sulla via del ritorno, ci fermiamo a Cala Mariolu, considerata una delle spiagge più belle d’Italia. I ciottoli rosa e bianchi, levigati dal mare, creano un contrasto affascinante con l’azzurro intenso dell’acqua. Mentre il sole inizia a calare, ci concediamo un ultimo bagno, godendoci la magia di questo luogo incantato.
La giornata si conclude a Dorgali, borgo dell’entroterra famoso per l’artigianato e la produzione vinicola. In una cantina locale, degustiamo il Cannonau accompagnato da formaggi e salumi del territorio. Il proprietario ci spiega come il microclima unico di questa zona, influenzato dalla vicinanza del mare e delle montagne, conferisca al vino caratteristiche uniche.
Mentre torniamo verso il nostro alloggio, riflettiamo sulla straordinaria varietà di paesaggi che abbiamo visto in un solo giorno: dalle spiagge da sogno alle grotte misteriose, dagli altopiani selvaggi ai vigneti curati. Il Golfo di Orosei ci ha mostrato come, in questa parte di Sardegna, natura e cultura si intreccino in un abbraccio indissolubile.
Mamoiada, tra maschere e vino
Il nostro viaggio ci porta ora a Mamoiada, piccolo centro nel cuore della Barbagia noto in tutto il mondo per le sue maschere tradizionali e per la produzione di un eccellente Cannonau. Qui, tradizione e innovazione si fondono in un mix affascinante che rende questo borgo un luogo unico nel panorama culturale sardo.
Iniziamo la nostra visita dal Museo delle Maschere Mediterranee, un’istituzione che va ben oltre i confini dell’isola. Al suo interno, scopriamo non solo le famose maschere dei Mamuthones e degli Issohadores, simboli di Mamoiada, ma anche una vasta collezione di maschere provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo. Il curatore del museo ci guida in un viaggio affascinante attraverso riti, credenze e tradizioni che accomunano popoli apparentemente distanti.
Usciamo dal museo con una nuova consapevolezza dell’importanza delle maschere nella cultura popolare, ma è solo l’inizio della nostra immersione nella tradizione di Mamoiada. Ci dirigiamo verso un laboratorio artigianale dove si producono ancora oggi le maschere dei Mamuthones. L’artigiano ci mostra come, partendo da un blocco di legno di pero o di ontano, prende forma il volto scuro e inquietante del Mamuthone. Ci spiega il significato di ogni dettaglio, dalla forma degli occhi alla disposizione dei denti, in un processo che è al tempo stesso arte e rito.
Nel pomeriggio, partecipiamo a una dimostrazione del Carnevale di Mamoiada. Anche se non è la stagione giusta, un gruppo di giovani del paese si esibisce per noi, indossando i costumi tradizionali. I Mamuthones, con i loro pesanti campanacci e le maschere nere, avanzano con passi lenti e ritmati, mentre gli Issohadores, vestiti di rosso, li circondano saltellando e lanciando il soha, una corda utilizzata simbolicamente per “catturare” gli spettatori. La performance, anche se breve, ci lascia senza fiato, trasportandoci in un mondo antico fatto di riti propiziatori e connessione con la natura.
Ma Mamoiada non è solo maschere e tradizioni. Il paese è anche rinomato per la produzione di uno dei migliori Cannonau di Sardegna. Ci spostiamo quindi in una cantina locale, dove il proprietario ci accoglie per una degustazione. Mentre assaggiamo diverse annate di questo vino robusto e corposo, il produttore ci spiega come le caratteristiche del terreno e il microclima di Mamoiada conferiscano al Cannonau note uniche di frutti rossi e spezie.
La giornata si conclude con una cena in un’antica casa padronale trasformata in ristorante. Qui, assaporiamo piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna, sempre accompagnati dall’immancabile Cannonau. Tra un boccone e l’altro, riflettiamo su come Mamoiada sia riuscita a preservare le sue tradizioni più antiche pur rimanendo aperta al mondo e all’innovazione.
Il Gennargentu, tetto della Sardegna
Il nostro viaggio nella provincia di Nuoro non sarebbe completo senza un’escursione nel massiccio del Gennargentu, il “cuore d’argento” della Sardegna. Queste montagne, che raggiungono i 1834 metri con Punta La Marmora, rappresentano non solo il tetto dell’isola, ma anche un ecosistema unico e prezioso.
Partiamo all’alba da Fonni, il comune più alto della Sardegna, per iniziare la nostra scalata verso Punta La Marmora. Il sentiero si snoda tra boschi di lecci e querce, per poi lasciare spazio a distese di ginepri contorti dal vento e prati d’alta quota. Man mano che saliamo, il panorama si fa sempre più vasto, permettendoci di abbracciare con lo sguardo gran parte dell’isola.
Durante la salita, la nostra guida ci indica le diverse specie endemiche che popolano questi monti. Ammiriamo il volo maestoso dell’aquila reale e, con un po’ di fortuna, riusciamo a scorgere un muflone che si arrampica agilmente sulle rocce. La flora è altrettanto sorprendente, con specie rare come la Genziana di Sardegna che punteggiano i prati con i loro fiori blu intenso.
Raggiunta la vetta di Punta La Marmora, ci fermiamo a riprendere fiato e a godere del panorama mozzafiato. Nelle giornate più limpide, ci dicono, è possibile vedere sia la costa orientale che quella occidentale dell’isola. Oggi, le nuvole basse creano un mare di nebbia che avvolge le valli sottostanti, regalandoci uno spettacolo surreale.
Dopo un pranzo al sacco consumato in vetta, iniziamo la discesa verso il Lago Gusana, un bacino artificiale che con le sue acque azzurre crea un contrasto affascinante con i monti circostanti. Qui, ci concediamo un momento di relax sulle sponde del lago, osservando i pescatori locali che pazientemente attendono la loro preda.
La giornata si conclude a Gavoi, pittoresco borgo noto per la produzione del Fiore Sardo DOP, un formaggio pecorino a pasta dura dal sapore intenso e leggermente piccante. Visitiamo un caseificio artigianale, dove il casaro ci mostra le varie fasi di produzione di questo formaggio, dalla lavorazione del latte crudo alla stagionatura nelle grotte naturali. La degustazione che segue è un viaggio sensoriale attraverso i sapori della montagna sarda.
Mentre ceniamo in una trattoria locale, assaporando piatti a base di prodotti del territorio come la zuppa gallurese e l’agnello arrosto, riflettiamo su come il Gennargentu rappresenti non solo una ricchezza naturalistica, ma anche un patrimonio culturale e gastronomico di inestimabile valore.
Oliena e il mito di Gigi Riva
Il nostro viaggio nella provincia di Nuoro si conclude a Oliena, un borgo ai piedi del monte Corrasi noto per la produzione di vini eccellenti e per essere stato il rifugio preferito di Gigi Riva, leggendario calciatore del Cagliari e della Nazionale italiana.
Iniziamo la nostra visita nel centro storico di Oliena, un dedalo di vicoli stretti e case in pietra che sembrano abbracciarsi l’una con l’altra. Le facciate sono spesso decorate con murales che raccontano la storia e le tradizioni del paese. Ci fermiamo ad ammirare il lavoro delle ricamatrici locali, che ancora oggi producono i pregiati “su lionzu”, scialli ricamati a mano che fanno parte del costume tradizionale.
Nel pomeriggio, ci dirigiamo verso le vigne che circondano il paese. Oliena è famosa per il suo Nepente, un Cannonau che deve il suo nome a Gabriele D’Annunzio, che lo definì “il vino che toglie ogni pena”. Visitiamo una cantina storica, dove il produttore ci spiega come la particolare composizione del terreno e il microclima unico conferiscano a questo vino caratteristiche inimitabili.
Ma Oliena non è solo vino. Il paese è noto anche per essere stato il buen retiro di Gigi Riva, il leggendario “Rombo di Tuono” che negli anni ’60 e ’70 portò il Cagliari alla vittoria dello scudetto. Visitiamo il bar dove Riva era solito rifugiarsi per sfuggire alle attenzioni dei tifosi. Il proprietario, che lo conobbe personalmente, ci racconta aneddoti sul campione, dipingendo il ritratto di un uomo schivo e riservato che trovò in questa terra aspra e genuina un luogo dove sentirsi a casa.
La giornata si conclude con una cena in un agriturismo alle pendici del monte Corrasi. Mentre assaporiamo piatti della tradizione come i culurgiones e il porcetto arrosto, accompagnati dall’immancabile Nepente, riflettiamo su come Oliena rappresenti perfettamente l’essenza della provincia di Nuoro: un luogo dove tradizione e modernità, natura e cultura si fondono in un equilibrio perfetto.
Località da visitare e attrazioni da non perdere
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Nuoro:
Museo Deleddiano (Casa natale di Grazia Deledda)
Museo del Costume
Museo d’Arte Moderna e Contemporanea (MAN)
Monte Ortobene e statua del Redentore
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Orgosolo:
Tour dei murales
Pranzo con i pastori
Escursioni nel Supramonte di Orgosolo
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Supramonte:
Gola di Gorropu
Villaggio nuragico di Tiscali
Sorgente di Su Gologone
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Golfo di Orosei:
Cala Gonone
Cala Luna
Grotta del Bue Marino
Cala Sisine
Cala Mariolu
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Mamoiada:
Museo delle Maschere Mediterranee
Laboratori artigianali di maschere tradizionali
Cantine di Cannonau
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Gennargentu:
Escursione a Punta La Marmora
Lago Gusana
Gavoi e degustazione di Fiore Sardo DOP
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Oliena:
Centro storico e laboratori di ricamo
Cantine di Nepente di Oliena
Monte Corrasi
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Dorgali:
Villaggio nuragico di Serra Orrios
Cantine vinicole
Laboratori di filigrana
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Bitti:
Museo multimediale del Canto a Tenore
Parco archeologico di Romanzesu
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Fonni:
Museo delle Maschere e del Costume Tradizionale
Chiesa della Madonna dei Martiri
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FAQ: Domande frequenti sulla visita alla provincia di Nuoro
- Qual è il periodo migliore per visitare la provincia di Nuoro? La primavera (aprile-giugno) e l’autunno (settembre-ottobre) offrono temperature miti ideali per escursioni e visite culturali. L’estate è perfetta per godere delle spiagge, mentre l’inverno è adatto per esplorare l’entroterra e partecipare alle feste tradizionali.
- Come si raggiunge la provincia di Nuoro? L’aeroporto più vicino è quello di Olbia-Costa Smeralda. Da lì, si può noleggiare un’auto o utilizzare i servizi di autobus che collegano i principali centri della provincia.
- È necessario noleggiare un’auto per visitare la zona? Sì, noleggiare un’auto è consigliato per esplorare comodamente il territorio, specialmente le aree più remote e le spiagge del Golfo di Orosei.
- Quali sono le specialità gastronomiche da non perdere? Culurgiones, pane carasau, porceddu, seadas, Cannonau di Sardegna DOC, Nepente di Oliena, Fiore Sardo DOP sono alcune delle specialità da assaggiare assolutamente.
- Ci sono spiagge nella provincia di Nuoro? Sì, il Golfo di Orosei offre alcune delle spiagge più belle della Sardegna, come Cala Luna, Cala Mariolu e Cala Sisine.
- È possibile visitare i siti nuragici tutto l’anno? La maggior parte dei siti archeologici sono aperti tutto l’anno, ma è sempre meglio verificare gli orari di apertura, soprattutto fuori stagione.
- Ci sono sentieri per il trekking adatti a tutti i livelli? Sì, la provincia offre percorsi di varia difficoltà, dalle passeggiate facili nel Supramonte a trekking più impegnativi nel Gennargentu.
- Quali eventi culturali non dovrei perdere? Il Carnevale di Mamoiada (febbraio), la Festa del Redentore a Nuoro (agosto), la Sagra del Redentore a Nuoro (agosto) sono eventi di grande rilevanza culturale.
- È possibile fare escursioni in barca nel Golfo di Orosei? Sì, da Cala Gonone partono numerose escursioni in barca che permettono di esplorare le calette e le grotte del Golfo di Orosei.
- Ci sono musei dedicati alla cultura e alle tradizioni sarde? Sì, il Museo del Costume a Nuoro, il Museo delle Maschere Mediterranee a Mamoiada e il Museo multimediale del Canto a Tenore a Bitti sono alcuni esempi di musei che valorizzano la cultura locale.
Un viaggio nel cuore autentico della Sardegna
Il nostro viaggio alla scoperta di Nuoro e della sua provincia volge al termine, ma le emozioni e i ricordi che portiamo con noi sono destinati a durare nel tempo. Abbiamo esplorato borghi antichi e siti nuragici, ci siamo persi nella natura incontaminata del Gennargentu e del Supramonte, abbiamo assaporato i gusti autentici di una terra ricca e generosa.
La provincia di Nuoro si è rivelata un microcosmo di tutto ciò che la Sardegna ha da offrire: storia millenaria, tradizioni vive, natura selvaggia e un’ospitalità che scalda il cuore. Ogni angolo di questa terra racconta una storia, ogni incontro lascia un’impronta nell’anima del viaggiatore.
Dalle maschere misteriose di Mamoiada alle spiagge da sogno del Golfo di Orosei, dai vigneti di Cannonau alle vette del Gennargentu, abbiamo vissuto un’esperienza che va ben oltre il semplice turismo. Abbiamo scoperto una Sardegna autentica, lontana dagli stereotipi, una terra che sa preservare le sue tradizioni più antiche pur rimanendo aperta al mondo e all’innovazione.
Mentre ci prepariamo a lasciare questa parte d’isola, portiamo con noi non solo souvenir e fotografie, ma anche la consapevolezza di aver vissuto un’esperienza unica, di aver scoperto un pezzo d’Italia che conserva ancora intatto il suo fascino più autentico.
La provincia di Nuoro non è solo una destinazione, è un viaggio nell’essenza stessa della Sardegna, un’avventura che invita a tornare, ancora e ancora, per scoprire nuovi segreti e vivere nuove emozioni. Perché, come sussurra il vento che accarezza le antiche pietre nuragiche e le distese di ginepri del Gennargentu, questa terra non è un luogo che si visita una volta sola: è un amore che, una volta scoperto, ti chiama a tornare, sempre.