Un Nuovo Viaggio Inizia: Nasce il Club dei Viaggiatori
Il viaggio più emozionante è quello che sta per iniziare. Dopo anni di crescita costante come Sothra, siamo pronti a spalancare le porte di una nuova avventura: il “Club dei Viaggiatori”, un’evoluzione naturale che trasforma il nostro amato notiziario in un magazine esclusivo dedicato a chi, come noi, vive il viaggio come passione autentica.
Questa trasformazione nasce dall’esigenza di offrire qualcosa di più ai nostri affezionati lettori. Non più solo un notiziario, ma un vero e proprio magazine con articoli approfonditi, rubriche tematiche e offerte selezionate. La partnership strategica con Touristica Viaggi e Vacanze arricchisce ulteriormente questa nuova fase, permettendoci di rispondere a una richiesta che molti di voi ci hanno fatto nel tempo: essere al vostro fianco non solo nella fase di scoperta e pianificazione, ma anche nel momento concreto della realizzazione del viaggio.
Il Club dei Viaggiatori è più di un magazine: è uno spazio esclusivo dove la passione per il viaggio diventa esperienza condivisa, dove ogni pagina racconta una nuova avventura e ogni offerta è un’opportunità da cogliere.
Il futuro è una pagina bianca tutta da scrivere, e non vediamo l’ora di riempirla insieme a voi, un viaggio alla volta.
Buon viaggio a tutti noi.
Napoli, il cuore pulsante del Natale tra vicoli, presepi e tradizioni
Napoli, nel mese di dicembre, è un cuore che batte con forza e calore sotto le luci sfavillanti del Natale. È una città che si trasforma in un grande teatro a cielo aperto, dove sacro e profano si intrecciano nelle strade affollate, nei mercatini di Natale, e nell’arte antica del presepe. Visitarla in questo periodo è come entrare in un racconto antico, fatto di tradizioni e gesti semplici, che accolgono il visitatore in un’atmosfera autentica e vibrante. Dicembre a Napoli è un invito a scoprire un mondo a sé, tra bellezza, sapori e suggestioni uniche che si rivelano, piazza dopo piazza, vicolo dopo vicolo.
I presepi di San Gregorio Armeno: l’arte sacra e profana della Natività
Il cuore della Napoli natalizia batte a San Gregorio Armeno, la celebre via dei presepi che da secoli custodisce l’arte della natività in tutte le sue forme. Qui, i maestri artigiani modellano pastori e statuine con una dedizione che si tramanda di generazione in generazione, trasformando il presepe in una scena viva, fatta di personaggi che raccontano storie di vita quotidiana, oltre la sacralità. Le botteghe si allineano una dopo l’altra, offrendo statuine tradizionali e figure che reinterpretano il presente: tra un pastore e una lavandaia spunta, magari, la caricatura di un personaggio noto o di un calciatore famoso.
Passeggiare per San Gregorio Armeno a dicembre è un’esperienza sensoriale: l’odore del legno, le luci soffuse, il brusio della folla e i volti concentrati degli artigiani al lavoro trasportano il visitatore in una dimensione sospesa. Ogni presepe racconta una storia, che si apre agli occhi del viaggiatore come una piccola epifania, un invito a scoprire i simboli della tradizione e il legame indissolubile tra Napoli e il Natale.
Le luci di Spaccanapoli e il fascino dei vicoli illuminati
Di sera, le strade di Napoli si accendono di luci colorate che decorano i vicoli come fossero gioielli. Spaccanapoli, la strada che taglia il centro storico come un solco millenario, diventa un fiume di luminarie e decorazioni. Qui, il Natale si sente in ogni angolo: dai canti che risuonano tra le chiese e le piazzette, alle bancarelle che vendono dolciumi tipici, come gli struffoli, piccole palline di pasta fritta immerse nel miele e decorate con confetti colorati.
Le luci che si riflettono sulla pietra consumata del selciato, sulle facciate delle chiese antiche e sui palazzi signorili creano un’atmosfera quasi magica. Ogni passo risuona come un’eco, un invito a rallentare e osservare le scene di vita quotidiana, con gli abitanti che si muovono tra i negozi e i banchi dei mercati, quasi partecipando a una grande rappresentazione collettiva del Natale.
Napoli Sotterranea: il mistero e la suggestione di un mondo nascosto 
Dicembre è anche un momento ideale per scoprire il volto sotterraneo di Napoli, un mondo di cunicoli, acquedotti e antichi resti che narrano la storia millenaria della città. Napoli Sotterranea offre un viaggio affascinante tra catacombe e cisterne, dove si respira un’aria densa di mistero e sacralità. Qui, tra la penombra e il silenzio, si avverte quasi una sensazione di raccoglimento che ben si accorda con lo spirito del Natale, un invito a scendere in profondità, non solo sotto le strade della città, ma anche dentro di sé.
Le Catacombe di San Gennaro e San Gaudioso: un viaggio nel cuore sotterraneo di Napoli
Scendere nelle catacombe di Napoli è come entrare in un capitolo segreto della città, un luogo dove il tempo e la storia sembrano fondersi in un unico, profondo silenzio. Le Catacombe di San Gennaro e di San Gaudioso sono due gioielli di archeologia cristiana, un mondo sotterraneo che narra l’antica fede napoletana e il rispetto della città per i suoi santi e i suoi defunti.
Le Catacombe di San Gennaro: la grandezza della devozione
Situate nel Rione Sanità, le Catacombe di San Gennaro sono le più vaste e antiche di tutto il sud Italia, un vero e proprio labirinto di gallerie e sepolture che si estende sotto la città. Questo luogo mistico prende il nome da San Gennaro, il santo patrono di Napoli, venerato qui da secoli e protettore di tutto il popolo napoletano. Addentrandosi in questi ambienti freschi e silenziosi, il visitatore si trova di fronte a pareti decorate con affreschi paleocristiani, simboli di un tempo antico che continua a vivere sotto le strade trafficate della città.
L’ampiezza e la maestosità di queste catacombe colpiscono immediatamente, con le loro grandi navate che sembrano quasi ricalcare l’architettura di una chiesa sotterranea. Passeggiando tra i sepolcri di famiglie nobili e di vescovi, si scoprono dettagli unici, come le pitture murarie delicate che ritraggono i santi e la comunità cristiana primitiva. Il percorso è un viaggio nel cuore della fede napoletana, un incontro profondo con le radici spirituali della città che, nei secoli, ha sempre considerato questo luogo come un simbolo della protezione divina e della forza collettiva.
Le Catacombe di San Gaudioso: arte, mistero e sacralità
Non lontano, sempre nel Rione Sanità, le Catacombe di San Gaudioso offrono un’esperienza diversa ma altrettanto suggestiva. Meno conosciute rispetto a quelle di San Gennaro, queste catacombe portano il visitatore in un mondo in cui l’arte e il macabro si intrecciano in una rappresentazione unica della morte. Risalenti al V secolo, le Catacombe di San Gaudioso prendono il nome da un vescovo africano esiliato che trovò rifugio a Napoli e qui divenne figura di riferimento della comunità cristiana locale.
All’interno delle catacombe, l’attenzione si posa sugli affreschi e sui mosaici che adornano le pareti: scene sacre e volti che ricordano l’arte medievale, in cui la religiosità e la devozione si fondono con un gusto estetico peculiare. Uno degli aspetti più singolari è rappresentato dalle “sculture” ricavate direttamente dalle pareti in cui i defunti vengono ritratti con teschi reali e corpi dipinti. È un’iconografia che sorprende e, per certi versi, inquieta, ma che rivela una visione della morte come passaggio, senza alcuna separazione tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti.
La magia della pasticceria natalizia: una celebrazione di sapori e tradizioni
Non si può parlare del Natale a Napoli senza menzionare le delizie della pasticceria. Dicembre è il mese dei roccocò, biscotti duri a forma di ciambella arricchiti da mandorle e spezie, e dei mustaccioli, biscotti al miele coperti da uno strato di cioccolato fondente. Il calore della città sembra riflettersi in questi dolci rustici e profumati, che richiamano alle feste antiche e alle lunghe tavolate imbandite.
I profumi si diffondono nelle strade, attraggono i passanti e li spingono a fermarsi nelle pasticcerie per assaporare una sfogliatella calda o un babà inzuppato di rum, dolci simbolo della gastronomia partenopea. È un’esperienza che parla di tradizione e accoglienza, un modo per entrare in contatto con l’anima profonda della città, che attraverso il cibo celebra il Natale come un momento di condivisione e gioia.
Il Lungomare Caracciolo e l’Abbraccio del Vesuvio: un Natale con vista mare
Chi ama l’incontro tra mare e cielo, non può perdere una passeggiata sul Lungomare Caracciolo, da dove il Vesuvio sembra vigilare maestoso e immobile sulla città. In dicembre, Napoli regala giornate luminose e frizzanti, e il lungomare, con il Castel dell’Ovo all’orizzonte, è un angolo di pace dove respirare l’aria salmastra e godere di una vista unica. È un luogo di grande poesia, dove il Natale si veste di una luce diversa, e il cuore del viaggiatore può assaporare una serenità che solo la bellezza naturale può offrire.
Se vuoi ulteriori info su Napoli, dai uno sguardo al nostro articolo di approfondimento dedicato a Napoli
Napoli, il Natale che riempie l’anima
Napoli, a dicembre, non è solo una città da visitare, ma un’esperienza da vivere e ricordare. È un viaggio tra luci e ombre, tra fede e profano, tra l’allegria delle strade e il silenzio delle chiese, tra i sapori intensi dei dolci natalizi e la delicatezza dei presepi artigianali. È una città che, nel mese più luminoso dell’anno, rivela il suo volto più autentico, accogliendo il visitatore in un abbraccio caloroso che sa di festa, di storia e di tradizione.
Il Natale a Napoli è un invito a fermarsi, a lasciarsi trasportare dal ritmo di una città che vive ogni giorno come una celebrazione della vita stessa. E, nel farlo, regala a chi la attraversa un ricordo prezioso, un’immagine che resterà impressa, come le luci che risplendono sopra San Gregorio Armeno, e il Vesuvio che veglia, eterno e immutabile, su questa città meravigliosa.
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Buenos Aires, la città che danza tra passato e presente
Un sospiro di nostalgia. Questo è il dono più prezioso di Buenos Aires, metropoli dell’anima argentina, città dove il tango non è solo una danza, ma un modo di essere, un battito del cuore che unisce i cittadini come un invisibile filo rosso. Buenos Aires vive di contrasti e vibra di passioni intense, ma solo chi si lascia andare al ritmo della città può percepirne la profondità. Basta voltare le spalle ai grandi viali, ai ritmi frenetici, e perdersi nei quartieri dove si respira ancora il profumo dell’autenticità.
Il mattino nei barrios
Quando il sole accarezza le strade, i colori di Buenos Aires prendono vita, e il quartiere di San Telmo si risveglia in un abbraccio di semplicità. I caffè storici aprono le porte, le sedie in legno scricchiolano, e il profumo del caffè invade le strade. Qui, il tempo sembra essersi fermato. Si può osservare un uomo anziano, intento a leggere il giornale e a sorseggiare un espresso, mentre un giovane artista dipinge una nuova opera sul muro che lo ha ispirato. Nei piccoli mercati locali, i venditori si preparano ad accogliere gli abitanti che, con calma, si avvicinano alla bancarella per scegliere la frutta migliore o il pane appena sfornato. Sono momenti quotidiani, frammenti di una città che vive con il cuore.
La passione della Bombonera
Nel quartiere popolare de La Boca, Buenos Aires vive la sua passione più viscerale. La Bombonera, lo stadio del Boca Juniors, non è solo un tempio del calcio, ma un vero e proprio santuario della passione. I tifosi, che si riversano in massa per ogni partita, sembrano mossi da una fede profonda, un’energia palpabile che scuote la città. Entrare in questo stadio è un’esperienza quasi mistica, un’esplosione di colori e suoni che risuonano come un canto antico. La Bombonera non è solo un luogo: è il battito del cuore di Buenos Aires, un coro di voci, di canti e di grida che si alzano al cielo come una preghiera collettiva.
Il richiamo della storia e l’arte della bellezza dimenticata 
Buenos Aires è un viaggio nella memoria. Passeggiando per Recoleta, si incontrano eleganti palazzi francesi, testimoni silenziosi della grandeur passata. Il Cementerio de la Recoleta non è solo un luogo di sepoltura, ma un museo a cielo aperto, dove i grandi nomi della storia argentina riposano sotto maestosi mausolei. È uno spazio di silenzio e di contemplazione, dove si può percepire un’Argentina antica, maestosa e insieme fragile.
Il ballo dell’anima: il tango nelle milongas
Arriva il tramonto e le piazze si trasformano. Il tango diventa il protagonista, e nelle milongas si radunano appassionati e curiosi. In un angolo di Palermo, le luci fioche di una piccola sala rivelano coppie che si muovono all’unisono. La musica del bandoneón si diffonde nell’aria, e il ballo è un dialogo senza parole, fatto di sguardi e movimenti, un linguaggio che racconta storie d’amore, di sofferenza e di speranza. Chiunque può essere parte di questo rito, che è insieme danza e poesia. Le note della musica sembrano sospese nell’aria, e ogni passo rivela l’anima struggente di Buenos Aires, una città che balla i suoi sentimenti con una dignità e un orgoglio ineguagliabili.
Esplorare senza fretta
Buenos Aires chiede di essere scoperta a piedi o, meglio, in bicicletta. Lungo i sentieri verdi di Puerto Madero, con il suo skyline moderno, si osserva il fiume Rio de la Plata, specchio di una città che guarda al futuro ma che non dimentica il passato. Qui si mescolano le nuove generazioni di professionisti, i ragazzi che praticano sport e gli anziani che camminano con calma, come a voler fissare ogni angolo della città nella memoria. Il fiume riflette i palazzi alti e le navi che attraversano le sue acque, come una metafora di una Buenos Aires in continuo movimento, una città che evolve, ma che rimane legata alle sue radici profonde.
Caminito e le storie a colori
A Caminito, nel cuore de La Boca, le case colorate sono un’opera d’arte a cielo aperto, simbolo del carattere vivace e nostalgico di Buenos Aires. Ogni angolo è una storia, una scena dipinta da colori vividi, come un mosaico della vita e della cultura argentina. Gli artisti di strada animano la via, i ballerini di tango attirano gli sguardi dei passanti, mentre le voci degli artigiani raccontano di speranza, di radici lontane e di sogni che ancora vivono in questa terra. Caminito è un viaggio nella memoria collettiva, un ricordo dei migranti italiani e spagnoli che hanno dato vita a Buenos Aires, un tributo alla resilienza e alla gioia di vivere.
Il rituale del mate: l’abbraccio della città
Il mate è più di una bevanda; è un rito, un atto di connessione che unisce le persone. Nei parchi della città, lungo i viali alberati o in riva al fiume, i porteños si siedono a condividere il mate, passando la calda bevanda amara di mano in mano. Il rituale è un invito a fermarsi, a condividere un momento di silenzio e di complicità. Bere il mate è una forma di rispetto e di amicizia, un modo per dire “sei il benvenuto”, una tradizione che invita chiunque a diventare parte della famiglia argentina, anche solo per un attimo.
Teatro Colón: un tempio della bellezza
Il Teatro Colón è una meraviglia che lascia senza fiato. Entrare in questo teatro è come fare un viaggio nel passato, un tuffo in un’epoca di eleganza e raffinatezza. Le sale sontuose, con stucchi dorati e lampadari di cristallo, sembrano custodire ancora le note dei grandi compositori, pronte a risuonare in ogni angolo. Il Teatro Colón è un luogo sacro, dove la bellezza è elevata all’ennesima potenza, un tempio della musica che riempie il cuore di emozione e gratitudine.
Un caffè che racconta storie: il Café Tortoni
Il Café Tortoni è uno di quei luoghi che trasuda storia, un luogo di incontri e di pensieri condivisi. All’interno, gli arredi in legno scuro e le fotografie ingiallite sulle pareti raccontano di intellettuali, artisti e poeti che qui si riunivano per discutere e confrontarsi. Sedersi al Café Tortoni è come fare un salto indietro nel tempo, come immergersi in un’atmosfera sospesa, dove ogni sorso di caffè sembra avere il sapore delle storie e delle idee condivise. È un luogo di riflessione, un rifugio per chi cerca di comprendere l’anima intellettuale di Buenos Aires.
La memoria silenziosa della Recoleta
Tra i viali silenziosi del Cementerio de la Recoleta, Buenos Aires conserva i suoi ricordi più preziosi. Qui riposano le figure di spicco della storia argentina, come Evita Perón, amata e venerata dal popolo. Questo cimitero monumentale è più simile a un museo, dove ogni tomba, ogni monumento è un omaggio alla memoria e al passato. Camminare tra i suoi viali è un’esperienza di rispetto e di contemplazione, un invito a riflettere sulla storia di un popolo che non dimentica le sue radici.
L’estate australe: Buenos Aires tra Dicembre e Gennaio
Visitare Buenos Aires tra dicembre e gennaio significa scoprire la città avvolta nella calda energia dell’estate australe, quando le giornate si allungano e le piazze e i parchi si animano di vita. Le serate si riempiono di feste e spettacoli all’aperto, e nei quartieri più vivaci come Palermo e Recoleta, caffè e ristoranti si estendono nelle strade, offrendo ai visitatori un assaggio dell’atmosfera estiva argentina. Durante questo periodo, si può assistere a eventi imperdibili come i concerti nei giardini e le celebrazioni di fine anno, in cui la città si illumina di luci e colori. Dicembre e gennaio sono anche la stagione perfetta per una passeggiata lungo il Rio de la Plata, dove la brezza fresca offre un sollievo dal caldo e i tramonti tingono il cielo di sfumature rosate. Buenos Aires, con la sua vivacità estiva e il ritmo rilassato della stagione delle vacanze, si rivela in tutta la sua generosità e calore, regalando al viaggiatore l’esperienza autentica di una città che accoglie a braccia aperte.
Buenos Aires non è una città da visitare, ma da sentire. È un’anima generosa e accogliente, un’amante nostalgica che sa dare tanto a chi è disposto a scoprirla senza fretta. Come il tango, Buenos Aires racconta una storia complessa e appassionata, fatta di sogni e disillusioni, di slanci e ritorni. Chi attraversa le sue strade può trovare una parte di sé in ogni dettaglio, nei suoni, nei colori e nei profumi di una città che danza tra passato e presente, un luogo che offre a chiunque la possibilità di perdersi e di ritrovarsi.
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Gubbio, la città sospesa nel tempo
Un respiro antico. Questo è il dono più prezioso di Gubbio, un borgo medievale incastonato tra le colline dell’Umbria, dove il tempo sembra essersi fermato e la pietra parla di storie di santi e cavalieri. Gubbio non si lascia scoprire in fretta; richiede lentezza, chiede di essere ascoltata nel silenzio delle sue piazze e dei vicoli di pietra che si arrampicano verso la cima del Monte Ingino. Basta allontanarsi dalle strade principali, perdersi tra i vicoli stretti e salire su per i gradini consunti per ritrovarsi immersi in una dimensione sospesa, dove l’autenticità si respira come un profumo antico.
L’alba tra le mura
Quando i primi raggi di sole accarezzano le antiche mura, la città si risveglia in un silenzio mistico. Le strade deserte si riempiono di luce dorata, e nel borgo il tempo scorre con una calma profonda. I cittadini iniziano la giornata con gesti lenti: un anziano bottegaio apre le pesanti persiane di legno, il profumo di pane appena sfornato si diffonde dai piccoli forni, e le campane della cattedrale risuonano nel cielo terso. Ogni pietra, ogni angolo sembra custodire una storia, un segreto che aspetta solo di essere svelato a chi ha il tempo di fermarsi, di ascoltare, di vivere l’esperienza di Gubbio come una scoperta interiore.
La magia di Piazza Grande
Nel cuore della città si apre Piazza Grande, un’imponente terrazza sospesa tra cielo e terra, da cui si può abbracciare con lo sguardo tutta la vallata. Qui, il Palazzo dei Consoli domina con la sua maestosità gotica, e i passanti sembrano perdersi nella bellezza severa delle sue facciate di pietra. Piazza Grande è il cuore pulsante di Gubbio, un luogo che raccoglie i momenti di festa e quelli di quiete. Durante la Festa dei Ceri, la piazza si riempie di vita, di canti e di corse frenetiche, in un rituale antico e collettivo che unisce tutta la comunità in un unico respiro. Ma al di fuori dei giorni di festa, la piazza è un’oasi di pace, dove ci si può sedere, osservare e lasciarsi avvolgere dal lento ritmo della vita eugubina.
L’antica Via dei Consoli e i vicoli di pietra
Percorrere la Via dei Consoli è come entrare in un dipinto medievale. Le facciate delle case, costruite in pietra chiara e spesso ornate da fiori e decorazioni di ferro battuto, sembrano raccontare storie di epoche lontane. In questo dedalo di vicoli e scalinate, ogni angolo rivela qualcosa di nuovo: un piccolo altare votivo, una bottega di artigiani, un forno che emana il profumo dolce dei biscotti tipici. Gubbio invita a perdersi senza meta, a esplorare ogni angolo e a scoprire scorci nascosti, come l’antico acquedotto romano che, ancora oggi, attraversa il borgo.
La Grotta del Lupo e la leggenda di San Francesco
Gubbio custodisce uno dei racconti più iconici della tradizione italiana, la leggenda di San Francesco e il Lupo di Gubbio. Secondo la tradizione, San Francesco addomesticò un feroce lupo che terrorizzava la cittadina, instaurando una pace che è oggi simbolo di amicizia e rispetto. Nei pressi della città, una piccola grotta segna il luogo dove il santo avrebbe incontrato il lupo: un angolo di natura selvaggia e silenziosa che invita alla meditazione e alla contemplazione, ricordando a chi la visita la forza della bontà e della fiducia. In questa terra intrisa di spiritualità, la leggenda vive ancora oggi nei cuori degli eugubini, testimoni di una tradizione che rende Gubbio un luogo dell’anima.
L’arte della ceramica e l’antico sapere artigiano
Tra le vie della città, le botteghe artigiane espongono le celebri ceramiche eugubine, decorate con motivi che risalgono ai tempi dei maestri del Rinascimento. Ogni pezzo è realizzato con cura e maestria, tramandata di generazione in generazione, e racconta l’essenza stessa di Gubbio: il rispetto per il passato e il desiderio di perpetuarne la bellezza. Entrare in una bottega significa osservare un artigiano al lavoro, vederlo plasmare l’argilla con gesti antichi e sapienti, un’esperienza che riconnette il viaggiatore alla manualità e alla dedizione di un’arte che, come la città, sembra resistere al passare del tempo.
La cattedrale e il silenzio sacro
In cima alla città, la Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo si erge come una sentinella silenziosa, guardando verso la vallata. Entrando, si viene avvolti da un silenzio solenne, interrotto solo dal sussurro delle preghiere e dai raggi di luce che filtrano dalle finestre. È un luogo che invita alla riflessione e alla pace, dove il visitatore può trovare un attimo di raccoglimento. La cattedrale, con la sua semplicità e austerità, è un rifugio spirituale che riflette l’essenza profonda di Gubbio, una città che vive in simbiosi con la sua fede e le sue tradizioni.
Visitare Gubbio a Natale: la magia dell’Albero più Grande del Mondo
Visitare Gubbio durante il periodo natalizio è un’esperienza unica. Tra dicembre e gennaio, la città si illumina con il celebre Albero di Natale più Grande del Mondo, un’installazione luminosa che ricopre il Monte Ingino con migliaia di luci colorate, creando una figura immensa visibile da chilometri di distanza. Ogni sera, al calar del sole, Gubbio si trasforma in un presepe vivente, dove le strade si riempiono di decorazioni, mercatini artigianali e l’aroma del vin brulé. È un momento magico per visitare la città, quando il borgo si anima di una luce speciale, e il calore della comunità eugubina accoglie i visitatori in un abbraccio festivo.
Gubbio non è una città da visitare di fretta; è un luogo da vivere, da scoprire piano, come un segreto sussurrato. È un borgo dove il passato e il presente si incontrano, dove ogni pietra, ogni vicolo racconta una storia di fede, di artigianato e di leggende. Chi attraversa le sue strade può trovare una parte di sé in ogni angolo, nelle ombre che si allungano sulle case antiche, nel silenzio delle chiese, nei colori delle ceramiche. Gubbio è un viaggio nel tempo e nello spirito, un luogo che invita a fermarsi, a respirare e a ritrovare, nella sua semplicità, una pace autentica.
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